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Controllare che il proprio prodotto sia correttamente esposto in un supermercato o abbia il

prezzo giusto. Effettuare delle semplici rilevazioni sulla qualità del servizio. Finora le aziende produttrici per svolgere queste operazioni sono sempre ricorse a propri dipendenti o agenti. Con notevoli costi di trasferta e molte ore di lavoro perse. Oggi l’uso integrato di un sito, di una app per iPhone e di Facebook rende possibile un approccio completamente nuovo: quello dell’affidamento del lavoro a una folla di collaboratori già presenti sul territorio. Una sorta di outsourcing 2.0, chiamato crowdsourcing. Una delle primissime aziende nel mondo a sviluppare un modello di business simile si chiama BeMyEye, una start up milanese che ha creato una piattaforma per operazioni di store check mystery shopping.

Schermata del sito www.bemyeye.com

Schermata del sito www.bemyeye.com

Ma come funziona il sistema? Un esempio rende l’idea. Una mattina qualsiasi, in un luogo qualsiasi, un collaboratore apre l’app di BeMyEye sul suo iPhone (in futuro sarà anche su telefoni con Android) e controlla quale lavoretto può effettuare. Nella sua zona ce n’è uno facile: controllare come vengono esposti dei pannolini di una data marca nel supermercato della strada vicina. Il compenso è nella norma. Preme ok, lavoro accettato. Raggiunge il supermercato, fa il check-in, ossia lascia che il telefono registri la sua posizione. Scatta un paio di foto ai pannolini in questione, compila un modulo e torna a casa. Il lavoro è finito e il ragazzo ha intascato circa 5 euro.

Nelle stesse ore decine, forse centinaia, di altre persone hanno fatto gli stessi gesti.

Il wallet: i compensi sono da prestazioni occasionali

Il wallet: i compensi sono da prestazioni occasionali

Ciascuno ha compiuto dei piccoli spostamenti, altrimenti non sarebbe valsa la pena di muoversi per 5 euro. Qualcuno è al suo primo incarico: con tutta probabilità è stato reclutato tramite Facebook, attraverso una pubblicità geolocalizzata. A lavoro terminato, molti lasciano commenti su Twitter, perché così facendo le possibilità di essere scelti per i lavori successivi aumentano. Queste probabilità crescono anche se le valutazioni per i lavori effettuati (da una a cinque stelline) sono positive.

Nel gergo aziendale i collaboratori sono chiamati “eyes”, occhi, il lavoro “job” e l’azienda committente “tenant”. I committenti hanno diversi vantaggi: costi minori a parità di negozi visitati; rapidità, perché metà dei responsi arriva entro 48 ore; pervasività, perché il sistema potenzialmente permette di fare rilevazioni a tappeto. Lo svantaggio è che funziona solo per operazioni molto semplici, dove non sia richiesta esperienza.

Oltre al compenso per i collaboratori occasionali (nessuno dei quali, per effetto della riforma Fornero, può guadagnare più di 5mila euro all’anno), i “tenant” pagano una commissione in genere del 30% e fino al 50% a BeMyEye. I costi sono minori se il committente sceglie la modalità self-service sul sito.

Gian Luca Petrettli

Gian Luca Petrelli

Per quanto piccola, questa società, fondata dal 39enne Gian Luca Petrelli, fa sul serio. Ha alle spalle un fondo come 360 Capital Partners, quello che lanciò il sito di e-commerce Yoox, il quale ha stanziato 350mila euro, circa un terzo del capitale iniziale. L’attività è iniziata nel luglio 2012 e il fatturato atteso per il 2013 è tra i 2 e i 3 milioni di euro. Piani di espansione sono già pronti per altri cinque Paesi europei, a partire dalla Francia, già dal prossimo aprile.

Fabrizio Patti