Qualche giorno fa un tweet: per Ryanair la “one bag rule” è una questione di sicurezza, non commerciale. Oggi il ceo della low cost irlandese, Michael O’Leary, ha confermato a retail&food questa posizione, nel corso di un’affollata e animata (come sempre quando c’è di mezzo lui) conferenza stampa nell’aeroporto di Orio al Serio.
La possibilità di portare un solo bagaglio a mano viene contestata da molti aeroporti e associazioni di categoria, come Aci Europe, perché danneggerebbe le attività commerciali nei terminal a beneficio delle vendite a bordo degli aerei. La stessa regola non si applica nello stesso modo a tutti gli aeroporti (pare che dipenda da una contrattazione con i gestori aeroportuali).
C’è la possibilità che si arrivi a una posizione comune, come chiedono gli aeroporti? «Noi abbiamo un load factor altissimo, con 170-180 passeggeri per volo, e non c’è spazio nelle cappelliere per un secondo bagaglio a mano – ha detto -. Abbiamo visto il dibattito nel Parlamento europeo (come riportato qui, ndr), ci hanno detto che lo facciamo per soldi. No, è solo una questione di spazio e di sicurezza. Noi incoraggiamo i passeggeri a fare acquisti negli aeroporti, ma li incoraggiamo anche a metterli nel bagaglio. Non credo che cambieremo la nostra regola».
Lo spunto della conferenza erano i dieci anni di Ryanair nello scalo bergamasco, che è diventato una delle basi più importanti (“il nostro aeroporto preferito”, secondo O’Leary) e l’annuncio di nuove quattro rotte da Orio dalla prossima estate: Kalamata (Grecia), Knock (Irlanda), Malta e soprattutto Catania. Qui, dopo il fallimento di WindJet, erano rimaste Alitalia, Meridiana e Easyjet. «Siamo la prima compagnia a basso costo a volare su Catania, visto che finora c’erano quelle ad alte tariffe Alitalia e Easyjet», ha detto O’Leary, con una stoccata alla low cost inglese. Le bordate maggiori sono arrivate soprattutto ad Alitalia («i passeggeri volando con noi risparmiano 2 miliardi rispetto a quello che spenderebbero volando con Alitalia», ha fatto scrivere su una slide) e soprattutto contro Meridiana. Al vettore sardo, che a Verona aveva denunciato i presunti aiuti di Stato ricevuti da Ryanair, il ceo dedica una slide con ben otto bordate, infierendo sulle perdite di Meridiana dal 2010 al 2012, messe a confronto con i profitti di Ryanair, e sui lavoratori licenziati dalla compagnia guidata dall’Aga Khan.
O’Leary non ha confermato la stima fatta qualche giorno fa dal Corriere della Sera, che ha parlato di 300 milioni di euro dati al vettore complessivamente dagli enti locali italiani. «Ryanair non riceve alcun aiuto di Stato – ha detto rispondendo a una domanda di r&f -. Fa solo negoziazioni con gli aeroporti e accordi di “joint marketing” con gli enti turistici. Entrambe le attività sono state esaminate dalla Corte europea, a seguito del caso Charleroi nel 2006, che non ha riscontrato aiuti di Stato ma solo attività commerciali normali. Gli unici soggetti che ricevono aiuti di Stato in Italia sono le compagnie che fanno le rotte di continuità territoriale con la Sardegna, Alitalia e Meridiana, che riceve aiuto religioso dall’Aga Khan (capo spirituale della corrente sciita islamita, che negli scorsi giorni ha annunciato la ricapitalizzazione per Meridiana da 100 milioni di euro, ndr). Noi magari possiamo chiedere al papa, in quanto irlandesi, se ci sovvenziona».
Più precisa è stata la risposta alla terza domanda. Dopo l’apertura della rotta per Catania, sarà possibile volare anche su Comiso, quando lo scalo aprirà, in primavera? «Siamo in discussione con Comiso. Noi non abbiamo alcun problema a volare sia su entrambi gli scali, se va bene alle società di gestione» (la Sac a Catania e la sua controllata a Comiso, Soaco, ndr).
Sulla possibilità di effettuare voli a lungo raggio, in origine annunciata per il 2013: «abbiamo avuto dei ritardi nella consegna degli aerei, per le tante richieste da compagnie asiatiche. Ci piacerebbe partire con il lungo raggio, ma il progetto potrebbe slittare di 5 anni».
Una svolta è stata invece annunciata sulla questione dei contributi dei dipendenti. «Dal momento che è cambiata la legge in Italia, lo scorso anno, i nuovi dipendenti – ha detto – pagheranno le tasse in Italia. I vecchi potranno scegliere se pagarle in Italia o in Irlanda. Ryanair si atterrà alle nuove regole europee sui lavoratori mobili». Esclusa, invece, la possibilità di pagare i contributi passati. «Noi le tasse le abbiamo già pagate, in Irlanda, eravamo coperti dalle leggi europee. Non le dobbiamo pagare una seconda volta».
Alla fine una battuta calcistica: «sono tifoso del Manchester City, se Balotelli torna a Milano gli regaliamo il biglietto. In cambio, però, ci teniamo stretto Mancini».
Fabrizio Patti