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Stenta a decollare il piano di sviluppo di Lavazza Espression nel mercato britannico: a nove mesi di distanza dall’annuncio dell’accordo siglato tra Lavazza UK e Catalyst Retail, che aveva come obiettivo minimo l’apertura di 50 caffetterie, nessuna vetrina ha ancora visto la luce, neppure quelle annunciate al Trafford Centre di Manchester e al Trinity Centre di Leeds.

Il presidio nelle isole Britanniche è tutt’oggi composto da 4 vetrine in gestione diretta, una all’interno di Harrods e 3 in altrettanti scali aeroportuali (Belfast City, Dublin International e East Midlands). I problemi riguardano da vicino il partner locale che, a detta dei potenziali franchisee, dopo aver intascato un deposito pari a 23.994 sterline (oltre 28mila euro), non garantisce adeguata comunicazione e supporto: da qui la crescente richiesta di riavere indietro la caparra.

A ciò si è aggiunta l’uscita di scena di Cushman & Wakefield, che aveva il compito di selezionare gli immobili più idonei. Lavazza, dal canto suo, promette soluzioni rapide a tutela degli investitori e misure adeguate a tutelare la sua immagine e reputazione.

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