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Roma – Next phase per Aeroporti di Roma: nel volgere di pochi mesi la società di gestione degli scali capitolini ha ricevuto due vitaminiche iniezioni di fiducia. In primo luogo, è stata al centro del Risiko delle controllate di casa Benetton, con la fusione tra i gioielli di famiglia Gemina (parent di AdR al 95,9%) e Atlantia (Autostrade per l’Italia) per incorporazione della prima nella seconda; il tutto sotto il benevolo ombrello di Sintonia, holding delle infrastrutture di quella  galassia chiamata Edizione, cassaforte delle partecipazioni della famiglia di Ponzano Veneto.

In secondo luogo, dopo gli accordi di fine 2012 sul piano d’investimenti infrastrutturali, AdR ha incassato la firma di ENAC in calce al contratto di programma, così com’è accaduto anche per gli altri due sistemi aviation strategici del paese (Milano Malpensa/Linate e Venezia). L’agognata revisione delle tariffe aeroportuali, la cui causa è stata perorata a più riprese sin dal 2000, quando il network romano fu privatizzato e i suoi debiti scaricati sull’acquirente, alla luce dell’ampio respiro assicurato dalla durata trentennale della convenzione (scadenza 2044), garantisce quindi una nuova prospettiva all’ingente piano di sviluppo del Leonardo da Vinci.

Claudio Francesco Merlo

(L’articolo completo è pubblicato sul numero di luglio/agosto 2013 di r&f)

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