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Protagonista da titoli di testa nel Risiko del travel domestico, Fondi Italiani per le Infrastrutture lavora d’assestamento e d’acquisizione.

Numerosi i dossier al vaglio della società di gestione del risparmio capitanata da Vito Gamberale, a partire da quelli in campo autostradale: in attesa che riprendano le trattative con Banca Carige per la cessione del 20,6% di Autostrada dei Fiori, F2i ha già manifestato il suo interesse per il 52% della Milano Serravalle, meglio ancora se in cordata con Gavio.

Sul fronte aeroportuale, poi, il vaglio è ad ampio spettro: sul taccuino ci sono le società di gestione di Genova e Cagliari, del sistema degli Aeroporti di Puglia e degli scali siciliani. Dal 2014, quindi, una volta terminata la raccolta d’investitori per il secondo fondo (obiettivo, quota 1,2 miliardi), sarà tempo di shopping anche nell’Unione Europea.

A Carlo Michelini, dal 2007 senior partner e chief investment officer di F2i, il compito d’illustrarci la strategia a medio raggio del primo fondo chiuso d’Italia.

In primis, com’è nata la sua esperienza professionale in F2i?

Sono arrivato in F2i nel 2001, a pochi mesi di distanza dalla sua costituzione da parte di Vito Gamberale. Venivo da Morgan Stanley, dove ho maturato 16 anni di esperienza nel settore dell’investment banking, 13 dei quali a Londra e 3 a Milano in qualità di managing director. Ho sviluppato il mio percorso professionale occupandomi di finanza pura, investment banking, merger & acquisition, quotazioni e IPO, offerte obbligazionarie e copertura di clienti, anche infrastrutturali.

C.F.M.

L’articolo completo è pubblicato sul numero di dicembre 2013 di r&f: acquistalo sull’App Store oppure abbonati alla versione cartacea