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Gli investimenti immobiliari crescono a livello mondiale e l’Italia tiene il passo. Si potrebbero sintetizzare così i risultati del rapporto 2018 di Scenari Immobiliari che traccia i contorni di un patrimonio che lo scorso anno ha raggiunto i 2.830 miliardi di euro a livello globale e i 53 miliardi nel nostro Paese.

Cifre che fanno del 2017 «l’anno d’oro per il risparmio gestito in immobili», come ha più volte sottolineato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari sul palco allestito al Four Seasons Hotel di Milano e da dove ha snocciolato i dati del 32° rapporto I Fondi immobiliari in Italia e all’estero, realizzato con lo Studio Casadei che ne ha curato la parte finanziaria.

Il mercato italiano

In Italia la ripresa del mercato immobiliare si consolida e il comparto dei fondi immobiliari continua a crescere in modo sostenuto. Nel corso del 2017 il Nav dei fondi immobiliari, in base alla chiusura dei bilanci, ha fatto segnare un incremento del 10,4% rispetto al 2016 e nel corso del 2018 l’obiettivo dei 55 miliardi di euro sembra a portata di mano, allineando così il Belpaese al resto d’Europa. «Sono aumentati i i fondi attivi, 420 in totale, anche per l’utilizzo come veicolo da parte dei soggetti esteri che – ha precisato Breglia -, in modo crescente, operano nel mercato immobiliare italiano. L’indebitamento del sistema fondi è in costante calo e ora ammonta a 24 miliardi di euro, con un’incidenza del 41,3 per cento sul patrimonio. Nel 2010, ad esempio, era pari al 57 per cento del sistema».

La prospettiva europea

Dopo una lieve flessione nel biennio 2008-2009, il patrimonio dei fondi operativi negli otto Paesi europei considerati dal rapporto (Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svizzera e Italia) ha ricominciato a crescere a un ritmo medio del 7,3% annuo nel periodo 2010-2013, per poi accelerare nell’ultimo periodo con una crescita di circa il dieci per cento nel 2015 e nel 2016 e superiore al 16% nel 2017, quando ha fatto registrare la miglior performance del secolo in corso. «Vendite e acquisizioni di patrimoni, oltre alla costruzione di nuovi veicoli, sono state sostenute da risultati positivi del settore immobiliare e da un clima di rinnovato ottimismo dovuti al consolidamento della crescita economica, alla consistente liquidità circolante e alla sostanziale stabilità dei  tassi che hanno contribuito a confermare più appetibile l’investimento immobiliare rispetto a quello obligazionario. Le previsioni raccolte per il 2018 tra i principali operatori europei sono di una crescita del patrimonio di oltre il cinque per cento. Anche il numero di fondi è previsto in aumento e l’andamento del primo quadrimestre 2018 conferma il quadro previsivo», ha commentato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari

Come si spartisce la torta

A caratterizzare l’asset allocation dei fondi immobiliari in Italia sono, essenzialmente, gli uffici (63%), il commerciale (19%) e il residenziale (10%). In particolare, è nelle grandi città (Milano e Roma) che si sono registrate le performance migliori (in generale, 7,6 miliardi di acquisizioni e 4,4 miliardi di dismissioni) grazie a una domanda molto forte a cui, peraltro, fa da contraltare un’offerta che non riesce a tenere il passo. Una dinamica che ha fatto schizzare i canoni di locazione.

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