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Digitale non fa solo rima con e-commerce. Un concetto emerso a più riprese durante il dibattito che ha animato Food&Beverage revolution: excite your experience, evento organizzato a Milano da Retex, azienda che si occupa di soluzioni digitali nel settore della ristorazione lo scorso 21 giugno. 

Ad aprire il dibattito, in cui sono state protagoniste le esperienze di aziende come Autogrill, Panino Giusto e Rossopomodoro, ci ha pensato Fausto Caprini, ceo di Retex, che ha presentato una serie di dati relativi ai cambiamenti ultrarapidi a cui è sottoposto tutto il settore: +5,5% l’aumento dei consumi fuori casa negli ultimi 10 anni, per un giro d’affari che nel 2016 ha toccato quota 78 miliardi in Italia. In questo comparto, la ristorazione online cresce di 2/3 rispetto fra 2016 e 2017 con il 26% di italiani che abitualmente ordina tramite smartphone e il 78% che avanzano una richiesta di maggiore tecnologia all’interno degli store fisici (a partire dal self-ordering che da solo realizza un +20% sullo scontrino medio). Insomma, tutti i presupposti per una «tempesta perfetta con alti tassi di obsolescenza tecnologica», ha commentato Caprini. Una tempesta di cui, per certi aspetti, siamo solo all’inizio. Basta prendere i dati relativi alle consegne a domicilio: valgono 400 milioni di euro e hanno una crescita prevista del 50% a fine 2018. Numeri che hanno dato il là a una riflessione: quanto è difficile sopravvivere in questo mercato?

Le esperienze degli operatori

Da sinistra, Fausto Caprini (Retex), Alessandro Sanpaoli (Panino Giusto), Luca D’Alba (Autogrill) e Marco Airoldi (Rossopomodoro)

 

Marco AiroldiRossopomodoro: «Ciò che trovo affascinante nel settore F&B è il fatto che nessuno sa come andranno le cose. La tecnologia cambia tutto e appena si cerca di immaginare come ciò influenzerà il consumatore spesso non ci si azzecca. Un esempio? Pensiamo a Internet. Ha cambiato molti aspetti della nostra vita, ma non nel modo drammatico che pensavamo: i cinema ci sono ancora anche se accanto a loro è emerso lo streming. Il vantaggio dell’irruzione della tecnologia nel F&B è che non può prescindere dal prodotto, dal piatto: il cibo deve essere di fronte a chi mangia»

Alessandro SanpaoliPanino Giusto: «Noi abbiamo tre punti vendita a Tokyo, una location dove il lato esperienziale legato alla tecnologia è di grande impatto, soprattutto per questioni e sensibilità culturali. Eppure, anche lì come qui da noi, è il cliente, il consumatore che vuole sentirsi protagonista. E per farlo avrà sempre bisogno di un luogo fisico. Insomma, per il F&B la digitalizzazione può essere un fattore di crescita per scelta più che un opzione di sopravvivenza: dietro ogni bisogno tecnologico, infatti, si nasconde la volontà di manifestare il proprio “io” da parte del cliente. Noi possiamo mettergli a disposizione il contesto e il prodotto giusto per farlo»

Luca D’AlbaAutogrill: «La digitalizzazione ha accelerato il rinnovamento dell’offerta perché la domanda è sempre da parte del cliente è sempre più informata, più consapevole. Questo noi lo vediamo soprattutto all’estero dove produciamo gran parte del nostro fatturato maturando una expertise che poi possiamo spendere su ogni mercato, Italia compresa. Non a caso abbiamo rivisitato la nostra offerta puntando su tipicità, prodotti premium e healthy food con l’introduzione di insalate a base di super food, vero e proprio trend del momento. Infine, ci siamo aperti anche al cambiamento del modo di viaggiare: fino all’11 luglio offriremo un caffè ad ogni automobilista che offre un passaggio Blablacar attraverso un accordo che prevede l’utilizzo della nostra app MyAutogrill».

N.G.

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