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Adr al lavoro su Business City e lato est per potenziare la propria offerta commerciale all’interno e all’esterno dello scalo romano di Fiumicino. L’obiettivo? Diventare il nuovo distretto per i professionisti senza dimenticare il core business dell’azienda: i passeggeri.

Una città nella città sta per sorgere all’aeroporto Fiumicino di Roma: è questa la nuova strada che Adr ha deciso di intraprendere per dare nuovo impulso a quello che già oggi è lo scalo più trafficato d’Italia con i suoi 43 milioni di passeggeri all’anno. Un’operazione immobiliare che va a braccetto con la riconfigurazione del lato est dell’aeroporto che, entro il 2022, dovrebbe ospitare circa 15 milioni di viaggiatori domestici e dell’area Schengen. L’obiettivo è quello di creare un polo business e commerciale che riesca a rispondere alle diverse esigenze degli utenti a partire dal perimetro esterno dello scalo. Una strada che  consentirebbe a Fiumicino di fare un ulteriore passo in avanti. Il tutto, confermando i buoni risultati del 2018 che hanno visto Adr premiata sia lato azienda (con il riconoscimento “Airport Sevice Quality Award” di Aci, categoria aeroporti europei con più di 40 milioni di passeggeri), sia lato cliente (grazie al premio “World’s Most Improved Airport” di Skytrax conseguito nel 2017).

La Business City per i professionisti 

Rendering di un edificio della Business City

A fronte di un investimento di circa 200 milioni di euro (tutti in capo ad Adr che si occuperà anche della commercializzazione e della gestione dell’area), i lavori per la Business City si dividono in due fasi e prevedono la costruzione di sette edifici su una superficie di circa 90mila mq da realizzarsi entro il 2023-24. In realtà, i primi spazi saranno pronti all’uso entro il 2022 con la possibilità che la fase due, che coinvolge la costruzione di edifici stand alone in mano alle singole aziende, possa concludersi anche prima. In questo modo, l’aeroporto di Roma vuole adeguarsi a quello che ormai è diventato uno standard europeo nel settore. Così, come già accade a Londra, Parigi e Francoforte, anche nella capitale sorgerà un vero e proprio distretto a misura di professionista con spazi a uso misto gestiti da un’unica mano in grado di creare una community variegata che va dalla grande azienda alla startup innovativa. Nello specifico, 77.000 mq dedicati a uffici, 8.600mq di spazi retail e food&beverage, 5.200 mq di spazi congressuali, 41.100 mq di spazi verdi attrezzati e 2.000 posti auto dedicati. Nella City, inoltre, troveranno posto diversi servizi per i cittadini come i front-office dei servizi pubblici e quelli privati di tipo turistico e assicurativo. E ancora: business lounge, uffici consolari e di ambasciata, un centro medico, palestra, ecc. «Stiamo parlando di circa 7.000 mq su cui abbiamo già avuto forti interessamenti. E questo per due motivi – spiega Filippo-Maria Carbonari, direttore real estate di Adr – Il primo, riguarda il tipo di attività che somma ai classici servizi offerti in questi spazi condivisi la vicinanza all’aeroporto; il secondo, si rivolge direttamente alle grandi aziende che a loro volta usufruiranno di un pacchetto completo da offrire ai propri clienti o collaboratori». In questo modo, il baricentro dell’aeroporto si modifica aprendosi a utenze diverse da quelle dei passeggeri. D’altronde, ad oggi, su 1.200.00 mq di superficie del sedime aeroportuale i terminal occupano all’incirca 350.000 mq permettendo quindi di realizzare il progetto della Business City senza ulteriore consumo di suolo.

Dalla Cina per affari

Rendering di un’area verde della Business City

A dimostrazione dell’attrattività della Business City romana, ci sono gli interessi degli investitori cinesi: «Quando gli abbiamo parlato del progetto che dovrebbe sorgere a ridosso dell’aeroporto, si sono detti entusiasti di poter contribuire in quanto le aziende di cui seguono l’internazionalizzazione troverebbero qui una base operativa. Stiamo parlando di realtà giovani con non più di 8-10 anni di vita, avanzatissime a livello tecnologico, forti sul mercato interno ma bisognose di superare i propri confini. La prima tappa, molto spesso, è l’Africa. Poi c’è l’Europa, nonostante i vincoli burocratici e regolamentari per entrare nel mercato unico. E Roma potrebbe essere una naturale porta d’accesso, non fosse altro che per la centralità a livello geografico», afferma Carbonari. Un flusso di cassa che potrebbe giovare a tutto l’indotto. A livello occupazionale, infatti, la Business City sarà in grado di impegnare in modo diretto circa 5.300 lavoratori che potrebbero diventare oltre 23mila a livello complessivo. Mentre, a livello istituzionale, questo progetto potrebbe rappresentare una leva efficace per la Regione Lazio nello sviluppo del programma Italia-Cina.

Lato est: è l’ora della riconfigurazione

I lavori all’esterno dell’aeroporto, però, sono solo una parte degli interventi che Adr sta ponendo in essere per restare al passo con i trend retail. In questo senso, dal punto di vista travel, l’operazione più calda è quella che riguarda la riconfigurazione del lato est: «Lo faremo attraverso una profonda riqualificazione che interesserà l’attuale T1 secondo logiche di successo già adottate nell’area extra-Schengen, il cosiddetto Avancorpo», spiega il chief retail officer di Adr, Giorgio Moroni. Il T1, infatti, realizzato nei primi anni Duemila, sarà oggetto di un ampliamento più generale dell’infrastruttura aeroportuale di circa il 70% che consentirà la completa riconfigurazione degli spazi commerciali nell’area domestia-Schengen. Inoltre, sempre nel T1, tenuto conto dell’incrementata capacità, la vecchia scala che portava alla food court lascerà posto a una nuova isola check-in. Proseguendo oltre i controlli di sicurezza, i viaggiatori entreranno in airside mediante un duty free walkthrough (simile, in termini di concept, a quanto già visto nell’Avancorpo). «Per quanto riguarda la distribuzione delle zone commerciali – continua Moroni – l’idea è che, una volta usciti dal walkthrough, ci si ritrovi in una grande piazza dove saranno concentrate la maggioranza delle sedute e dalla quale potrà essere immediatamente visibile l’intera offerta commerciale caratterizzata da una logica district based. Qui inviteremo il cliente a fare browsing distribuendo il retail a seconda del segmento merceologico e del target di riferimento. Per riuscirci, metteremo grande cura nelle adiacenze tra i differenti brand e le diverse merceologie». In generale, quindi, ci sarà la possibilità di fruire l’intera offerta commerciale con maggiore libertà di movimento e grazie a questa concentrazione degli spazi commerciali si eviterà la duplicazione dei format lungo i moli (che quindi potrebbero ospitare un’offerta last minute) e si assicurerà la massima visibilità ai marchi presenti.

Una food hall per tutti i gusti

In termini di food retail, l’offerta nel lato est sarà principalmente concentrata al piano superiore all’interno di una food hall di oltre 4.000 mq ben visibile dal piano terra. «L’idea è quella di mettere in mostra il meglio dell’offerta grazie ad aggregazioni tematiche e logiche di affidamento che tenderanno a garantire un investimento sostenibile a fronte, però, di una richiesta di performance molto alta e di qualità», specifica Moroni. Per questi spazi, le gare inizieranno nel corso di quest’anno. Per quanto riguarda i format più veloci,invece, ci sarà posto nei diversi moli. In generale, comunque, verrà dato ampio spazio a quelle attività che si sono dimostrate, nel tempo, delle vere e proprio best practice, sperimentate e affinate nell’Avancorpo. A corollario, un sapiente uso della segnaletica digitale (uno strumento che, negli anni, ha garantito un incremento a doppia cifra del flusso di passeggeri che sale al primo piano) da utilizzare in maniera sinergica con il business dell’advertising che quest’anno Adr gestisce direttamente. A livello di tempistiche, i lavori saranno spalmati sul prossimo triennio tenendo fermo il principio della continuità del servizio. Una sfida ulteriore a cui si aggiunge l’attenzione richiesta nell’armonizzazione fra aree nuove e preesistenti. L’obiettivo, d’altronde, è ambizioso: migliorare le performance di un’infrastruttura che, sommata a quella di Ciampino, può già contare su 30mila mq di shopping area con più di 200 punti vendita e 28 milioni di transazioni all’anno.

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