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Ha preso ufficialmente il via l’edizione 2019 di Mapic Italy e Mapic Food, la due giorni di incontri e dibattiti fra operatori del settore retail e food retail. Negli spazi di Mi.Co. – Milano Congressi. Ecco i temi del pomeriggio.

Uno in particolare il panel che ha caratterizzato la seconda parte di Mapic Italy e Mapic Food: cosa sono le dark kitchen? E come stanno cambiando l’industria del foodservice?

Delivery e dark kitchen insidiano il food retail

Da qualche anno, il mondo del food retail ha dovuto integrare nel proprio panorama anche la domanda sempre più forte delle consegne a casa. Un fenomeno che, grazie alla tecnologia mobile, ha modificato le abitudini di consumo (a loro volta driver determinante per l’imporsi di questo servizio). «Il delivery sta crescendo sulla scorta di aggregatori come Deliveroo, Uber Eats, Glovo e altri. Una crescita che ormai è arrivata a pesare per quasi il 40% nell’industria del foodservice», ha affermato in apertura del convegno dedicato al tema delle dark kitchen Francois Blouis, fondatore e ceo di Food Service Vision. E per supportare la sottostante, crescente domanda da parte dei consumatori, i player del delivery si sono dotati di vere e propri siti di produzione dedicati. Le dark kitchen, appunto. Ma cosa sono? «Potremmo definirle delle “food production facility” in cui le uniche persone che entrano dalla porta sono i rider e gli ordini arrivano solo dagli aggregatori digitali», ha sintetizzato l’analista Peter Backman. Ecco, allora, che sul palco si sono alternati i portavoce delle diverse piattaforme per cui, in sostanza, le dark kitchen sono un sistema di razionalizzazione ed efficientamento della produzione, nonché un modo per risparmiare e far risparmiare i brand partner (oltre che creare nuovi marchi, totalmente virtuali). Per Stéphane Ficaja, general manager di Uber Eats Northen and Southern Europe, «grazie agli sviluppi tecnologici, i fondamentali per lo sviluppo delle dark kitchen sono già presenti sul campo e in futuro saranno un modo per garantire al cliente un risparmio o, meglio, una modulazione della propria richiesta in base alle proprie possibilità economiche e al tempo di attesa a disposizione». Per Ajay Lakhwani di Deliveroo invece, «le dark kitchen sono soprattutto un modo per espandere velocemente il proprio giro d’affari grazie ai minori investimenti necessari rispetto al food retail tradizionale».

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