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Un appello alle istituzioni italiane affinché sia garantita una competizione leale nel mercato. Questo, in sintesi, il contenuto della petizione promossa da Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) che ha già raccolto l’adesione di 80 chef, tra cui Claudio Sadler, Carlo Cracco e Filippo Giordano.

Alla base del manifesto, i numeri della ristorazione: 300mila imprese, 85 miliardi di fatturato e 43 miliardi di valore aggiunto all’anno per un milione di occupati. A queste cifre si aggiungono poi le ricadute in termini sociali, culturali e turistici dell’intero settore.

Il manifesto

«Ogni giorno – si legge nel testo redatto da Fipe – nelle scelte politiche si incentivano settori che effettuano di fatto somministrazione, senza essere sottoposti alle stesse regole che si applicano alla ristorazione e ai pubblici esercizi in generale». Il riferimento è agli operatori del settore agricolo, ai circoli privati, al terzo settore, ai negozi di vicinato, agli home restaurant, allo street food e a tutte quelle realtà che, al di fuori del cappello di “pubblico esercizio”, conducono il proprio business food&beverage nonostante la mancanza di servizi igienici, spazi per il personale, ambienti di lavorazione idonei, maggiorazione sulla Tari e rispetto delle normative di Pubblica Sicurezza. «La disparità di condizioni – conclude il documento Fipe – non genera nel mercato soltanto concorrenza sleale, ma finisce per impoverire il mercato stesso nel momento in cui le attività di ristorazione chiudono, magari per reinventarsi in esercizi più semplici, dove tagliare i costi del servizio e di preparazione, con effetti immaginabili sulla qualità del prodotto, sui rischi alimentari dei consumatori, sull’occupazione del settore e l’attrattività delle nostre città». Da qui l’auspicio di un trattamento più equo della concorrenza e una promozione più decisa della professionalità dei pubblici esercizi che, ogni giorno, si mettono al servizio di 10 milioni di clienti. Per realizzare questi due obiettivi, Fipe si è detta subito disponibile alla creazione di un tavolo di lavoro a cui istituzioni e attori della filiera possano costruire una strategia complessiva e consapevole per il settore.

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