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Le tendenze e l’andamento del mercato tax free spiegato da Planet, fornitore globale di servizi di pagamento che aiutano le aziende a soddisfare le esigenze dei loro clienti internazionali. A partire dal rimborso dell’Iva. Parola a Sara Bernabé, general manager Italia, per il focus sugli outlet village.

Il settore Tax Free in Italia sta vivendo un momento da record. Negli ultimi tre anni l’Italia è il mercato a livello europeo che è cresciuto di più: +20% nel 2017, +7% nel 2018 e già +9% quest’anno. Per comprendere il livello di maturità raggiunto dall’intero segmento basti pensare che il volume di affari annuale ormai si attesta stabilmente sui tre miliardi di euro, ovvero una porzione assolutamente significativa dell’intero settore retail nazionale. Un trend molto positivo, frutto di almeno tre elementi di cui il nostro Paese ha potuto beneficiare in questi anni. Innanzitutto la valuta, perché il turista internazionale tende a fare shopping dove gli conviene di più – ed ecco l’effetto del rafforzamento del dollaro che sta portando moltissimi turisti statunitensi nelle nostre boutique di lusso. Un secondo fattore fondamentale è l’accesso al Tax Free, ovvero la possibilità di avvantaggiarsi del recupero dell’Iva e poterlo fare in modo semplice e comodo, grazie all’impegno di realtà che investono molto nell’innovazione sul mercato italiano. Se già grazie al Tax Free e all’aliquota italiana particolarmente alta, nel Belpaese lo stesso prodotto comprato in boutique da un acquirente extra-Ue risulta avere un prezzo più vantaggioso, nel comparto Outlet la leva della convenienza diventa un driver ancora più importante. I turisti internazionali, infatti, sono sempre di più attratti dall’esperienza di acquisto negli outlet di lusso, che si stanno dimostrando in grado di intercettare tanto le consuete nazionalità di spicco del Tax Free, che i viaggiatori di paesi emergenti. Lo confermano gli ultimi dati del Planet Intelligence che ci dicono che in Italia le vendite del comparto outlet, da gennaio a luglio di quest’anno, sono già cresciute del 9% e, al momento, all’orizzonte non si vedono motivi per cui questo trend debba cambiare da qui a fine 2019.

Nuove nazionalità all’orizzonte

Sono soprattutto i cinesi ad affollare i nostri mall di lusso (circa un viaggiatore su quattro viene dalla Cina), insieme a turisti dalla Corea del Sud (+31% rispetto al 2018), una delle nazionalità emergenti più interessanti, e dalla Russia (+10% rispetto al 2018), clienti storici del nostro high street che ora non disdegnano di passare una giornata dishopping anche nei migliori outlet. Il merito di questo va soprattutto a quei gruppi, come McArthurGlen, che da anni investono importanti risorse per trasformare i propri centri in vere e proprie destinazioni turistiche per lo shopping internazionale, rendendoli più attraenti, facilmente raggiungibili e popolandoli di eventi e occasioni di shopping ad hoc. Serravalle Designer Outlet, Noventa di Piave o Barberino, solo per citarne alcuni, sono oggi dei poli di attrazione in cui il turista internazionale spesso scopre una dimensione nuova dello shopping, in cui l’esperienza d’acquisto diventa non solo più conveniente ma anche più comoda e familiare. Ad esempio, grazie alla presenza di personale multilingue, di un signage riconoscibile (perché la prima barriera è spesso la lingua), la possibilità di hands-free shopping o di pagare con soluzioni innovative come i digital wallet, bus navetta costanti che collegano con aereoporti e centro città, oltre ovviamente alla parte di entertainment, con mostre e spettacoli di primo piano, già di per sé in grado di richiamare i viaggiatori. A ben vedere si tratta di elementi a cui l’intero settore retail dovrebbe guardare con interesse per continuare a migliorare le esperienze di tutti i clienti; non solo quelli internazionali.

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