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Ogni mese un resoconto dall’ultima frontiera dello spazio retail. David Montorsi ci porta fra numeri e bilanci, cifre e trend, imprenditori e brand, là dove nessun uomo è mai giunto prima. Destinazione DentalPro.

Continua la crescita della company numero uno dell’odontoiatria in Italia da due anni controllata da un big della private equity come BC Partners: nel 2018 lo sbarco in Svizzera con il 70% di Cliniodent. Nel mirino anche Polonia e Germania. Quasi quadruplicato il fatturato dal 2015 e marginalità positiva. Pesano gli investimenti anche esterni per finanziare le acquisizioni.

Michel Cohen, ceo di DentalPro.

Da quest’estate I.Denticoop, la cooperativa di dentisti nata nel 2013 per offrire prestazioni sanitarie a condizioni agevolate ai soci Coop, entra nel gruppo DentalPro. Con questo deal il leader nazionale del settore (più di 800 odontoiatri iscritti all’albo a fine 2018) ha acquisito la maggioranza della nuova società in cui entrano Coop Alleanza 3.0 (finora socio sovventore) e HD16 che riunisce i soci fondatori. Gli 11 studi dentistici di I.Denticoop (Bologna, Imola, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini e San Benedetto del Tronto collocati tutti in gallerie commerciali vicine ai punti vendita Coop) si avvarranno dei servizi centrali del gruppo milanese, aggiungendosi ai suoi 154 centri, pur mantenendo la propria insegna e la vocazione di servizio a beneficio dei soci Coop. L’obiettivo sarà quello di svilupparsi con nuovi centri anche al di fuori del proprio attuale perimetro. Continua quindi la crescita esponenziale sia organica sia attraverso acquisizioni del Gruppo fondato con la prima clinica in via Meda a Milano nel 2010 da due odontoiatri milanesi Paolo Toveronachi e Samuele Baruch e guidato del ceo Michel Cohen con gli studi che per la maggior parte si trovano presso centri commerciali (il primo avviato in uno shopping mall è stato a Bellinzago Lombardo), aperti 7 giorni su 7 con orari lunghi e flessibili. A fine dell’anno scorso l’azienda aveva varcato per la prima volta le Alpi acquisendo Cliniodent (al 70%, mentre il fondatore rimarrà socio di minoranza), gruppo elvetico che possiede tre cliniche attive (Lucerna, Thun e Zug) e due di prossima apertura con la previsione di arrivare a una ventina di cliniche in Svizzera in tre anni. Il piano di sviluppo prevede il mantenimento del suo brand e l’attuale posizionamento nel mercato svizzero che vale circa 4 miliardi di trattamenti erogati. Nei progetti di Cohen, Cliniodent vuole sviluppare un Ebitda di circa 3 milioni di euro, e, pur rappresentando meno del 5% del margine del gruppo a regime, costituisce una scelta strategica importante: uno sviluppo internazionale che segue quello italiano è propedeutico al raggiungimento dei 200 milioni di fatturato nel 2019. Intanto il 2018 significa 14 opening nel 2018 di crescita organica più 14 cliniche new entry gestite da altri gruppi, di cui 10 del marchio Dr. Dentist, entrato a febbraio nella company di Cohen. Per fare un po’ di numeri, il consolidato di DP Group Spa (un’ottantina di società nel perimetro), dopo una riorganizzazione in ottica di semplificazione societaria (fusione delle holding italiane nelle DP Group che diventa la capogruppo operativa) segna 161 milioni di ricavi con una crescita del 22% sull’esercizio precedente ferma restante la marginalità operativa (Ebitda margin) superiore al 20%. Ma il 2018 è stato anche l’anno in cui DentalPro ha messo il naso fuori dall’Italia: prima dell’operazione svizzera nell’autunno c’è stata la costituzione di DP Polska in Polonia con l’avvio del progetto greenfield di una rete di cliniche dentali, con la prospettiva di replicare il modello di sviluppo della company milanese in Italia. Poi, da segnalare, l’ingresso nel mercato tedesco con l’acquisizione del 60% di Purservice, quale primo passo per il controllo al 60% di tre cliniche nell’area di Francoforte a marchio PurDental in partnership con il medico che le ha fondate, sempre in prospettiva di uno sviluppo nell’area. Per finanziare lo sviluppo del biennio 2018-2019, a fine dell’anno scorso è stata ottenuta una nuova linea di credito a medio-lungo termine di 29,1 milioni da un pool di banche.

Un big della private equity per il primo gruppo di cliniche dentali italiano

Vetrina di un punto vendita DentalPro.

Intanto, per fare un po’ di ordine, DentalPro è stato acquisito nel 2017 dal private equity BC Partners da Summit Partners (fondi di investimento alternativo che ne deteneva il 58% dal 2015), VAM Investments e altri privati, si dice con un enterprise value tra i 350 e i 400 milioni di euro. Giusto per capirci, BC Partners (85% di Dentalpro), oltre a essere presente in Italia con l’investimento in Cigierre, principale catena di ristoranti tematici, ed essere appena uscita quest’anno da OVS a favore di TIP, gestisce 112 investimenti in 18 paesi per un valore di 143 miliardi di euro. Il fondo, poi, ha una forte esperienza in healthcare, dal momento che controlla importanti operatori internazionali come Aenova, Antelliq, Elysium, Pharmathen, Zest e VetPartners. Ai tempi dell’operazione DentalPro contava 112 cliniche in 40 provincie, una cinquantina avviate dal 2012 e le restanti acquisite, e poteva vantare tassi di crescita di Ebitda e ricavi del 100%. Oggi, in soli due anni, il network sfiora il +50% grazie al mix di crescita organica e acquisizioni, con la gestione diretta delle cliniche, caratteristica del marchio milanese, che nel 2016 ha siglato una doppietta comprando DentaDent (7 studi dentistici sparsi per il Belpaese) e il gruppo Giovanni Bona Cliniche Dentali. Ed è questa seconda operazione, finanziata soprattutto con una settantina di milioni attraverso
l’emissione di un bond, a far fare il primo vero salto di qualità e quantità al network del gruppo passando da 46 cliniche dentali (con raddoppio dei dipendenti) a una ottantina con già in cantiere una ventina di opening. Giusto per capire il trend dall’inizio: il marchio milanese è passato dai 5 centri con 3,2 milioni di fatturato nel 2011 (fondata l’anno prima con un investimento inziale di 2 milioni in una prima clinica a Milano) a raddoppiare i suoi numeri solo l’anno successivo ad oggi con più di 160 cliniche, un’espansione all’estero avviata, un fatturato che supera i 160 milioni, in programma l’obiettivo 200 milioni per l’anno in corso e un Ebitda a 40 milioni (60 a regime). Con alle spalle un peso massimo del private equity e una crescita complessiva da 10 e lode, in pochi anni DentalPro (a fine 2018 1.300 dipendenti) affronta un mercato dell’healthcare come quello italiano ancora poco maturo e molto parcellizzato (sia per la presenza di piccoli operatori che per la regionalizzazione della sanità con legislazioni territorialmente diversificate) con però buoni margini di crescita: nel 2018 +2,5% numero dei pazienti e +2% di ricavi. Il trend, poi, segna un +1,5% di giro d’affari per gli studi tradizionali e un appetitoso +6% per i centri dentistici organizzati.

Trend ricavi e marginalità alle stelle, “pesano” gli investimenti

Infatti a fare i conti in tasca a DP Group le cose vanno benone. Andrea Servo, cfo del gruppo, sicuramente può ritenersi soddisfatto: il valore della produzione sfiora i 167,5 milioni quando erano 137,6 l’anno prima, con riferimento al consolidato di Dinho Italy spa, la holding che controllava il gruppo, poi integrata in DP Group a fine 2018. Il MOL passa dai 26,1 milioni ai 34,4 con un incremento del 32%. Ben diversa la situazione del Reddito operativo (EBIT), negativo per quasi 20,5 milioni (erano 12,5 l’anno prima) e fortemente condizionato dagli ammortamenti sugli a avviamenti generati in sede di consolidamento delle controllate. Gli ammortamenti infatti passano da 39,8 milioni del 2017 a 54. Nel 2018 DentalPro segna – 12,2 milioni di spese in Capex per investimenti in apertura di nuove cliniche o per sviluppi tecnologici, più o meno in linea con i 13,7 dell’anno prima. L’ultima riga del bilancio segna una perdita di 37 milioni e ci sarebbe da saltare sulla sedia, se non fosse che al netto di ammortamenti per avviamenti e oneri straordinari l’azienda sarebbe in utile per più di 7 milioni. Insomma, il motore gira a pieno regime, ma la fase espansiva costa e grava sul risultato contabile: per questo sale la Posizione finanziaria netta a quasi 155 milioni quando erano 123,5 l’anno prima, con un incremento che riflette l’utilizzo della linea
incrementale di 30 milioni per finanziare le acquisizioni di Doctor Dentist, Dental Team di Gavirate e Varese, oltre alle società estere. Di contro salgono le immobilizzazioni finanziarie nello stato patrimoniale (più di 436 milioni), proprio perché legate alle acquisizioni. Quindi, degli indici di produttività forse quello che può essere veramente indicativo dell’andamento aziendale è il Mol/Ricavi a un buon 21,4%, mentre il Roe, ad esempio segna un (solo sulla carta) drammatico -19,7%. Dati che vanno presi con le pinze perché appesantiti dallo sforzo di crescita e, per quanto riguarda gli indizi di struttura, dal fatto che per finanziare la crescita l’azienda ha fatto ricorso anche a importanti risorse esterne (Mezzi di terzi/Patrimonio netto a 0,9). Intanto il numero uno dell’odontoiatria in Italia, non sta fermo: le news nel marketing per il 2019 sono il progetto di odontoiatria sociale con Caritas italiana nei suoi 165 centri dentistici in 13 regioni e 55 provincie (cure dentistiche pro bono per i più bisognosi) e la partnership con l’FC Internazionale Milano per un progetto di prevenzione dentale attraverso lo sport, oltre alla Digital Dental Academy che insieme alla company milanese propone un progetto di estensione alle strutture del gruppo i benefici della tecnologia con dotazioni all’avanguardia per le cure dentali.

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