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Cellulare scarico e pancia vuota. L’incubo di ogni cliente, soprattutto in ambito travel retail. Da qui sono partiti due giovani imprenditori piemontesi, Filippo Fantini e Vito Imperatore, per dare vita alla catena di ristoranti WorkEat.

Cogliendo un trend sempre più marcato nel food&beverage, WorkEat unisce un ambiente ipertecnologico (a partire dal tavolo d’appoggio) a un menù gourmet che strizza l’occhio alle eccellenze piemontesi. Arrivata a tre punti vendita, la catena si è sviluppata all’interno di location di viaggio: «Vogliamo allargarci ad altri luoghi di aggregazione come gallerie commerciali, poli universitari e studentati per cui stiamo lavorando alla definizione di due nuovi format», ha raccontato a r&f Vito Imperatore, ad di WorkEat.

Vito Imperatore, ad di WorkEat

Come e quando nasce WorkEat?

WorkEat nasce nel 2017 da un’intuizione o, se vogliamo, da una presa d’atto: oggi nei contesti di pausa lavoro/viaggio l’utilizzo di smartphone e tablet è un’abitudine diffusissima. Specialmente quando ci sediamo al tavolo per consumare un pasto. WorkEat è stato ideato con l’intento di coniugare queste due esigenze: da un lato, la pausa è celebrata con un’offerta food di alta qualità, 100% Made in Italy; dall’altro, il contesto è studiato per rendere più piacevole e produttiva anche la parallela esperienza di connessione. Una rispo-sta alla clientela sempre più smart, tech e fast.

Quali esperienze avevate nel settore F&B?

Per entrambi WorkEat è stata una scommessa. Nessuno dei due ha esperienza diretta in questo settore. Ma abbiamo una forte vocazione all’impresa e all’innovazione, ruoli manageriali e competenze di new business development. La società, inoltre, fa parte di un importante gruppo italiano che opera negli ambiti di costruzioni generali, autostrade, edilizia residenziale e industriale, logistica, consulenza amministrativa, finanziaria e immobiliare. Oggi ha implementato la propria attività entrando nel settore agroalimentare e dando vita, insieme a WorkEat, ad altre estensioni nel settore della ristorazione, che trasformano trend legati a esigenze e stili di vita del consumatore contemporaneo in esperienze gastronomiche. L’obiettivo è intercettare e innovare, per crescere
ancora.

Quanti punti vendita avete?

Oggi WorkEat è presente negli aeroporti di Torino e Napoli, e nella stazione di Roma Termini. Vogliamo arrivare a essere presenti nei principali scali aeroportuali e nelle grandi stazioni nazionali, ma anche allargarci ad altri luoghi di aggregazione come gallerie commerciali, poli universitari e studentati. Inoltre, stiamo lavorando alla definizione di due nuovi format nel settore della ristorazione: We Coffee&Wine – Italian Cafè Tech Bar, che ambisce a inserirsi nelle stazioni ferroviarie con un posizionamento più smart&fast; e We Grill – Macelleria Ristorante, che andrebbe a inserirsi in contesti più allargati, come città o centri commerciali, e si caratterizza per l’offerta di una selezione di carni di altissima qualità e un’esperienza gastronomica immersiva, in cui
il cliente è protagonista di tutto il percorso di preparazione, dalla scelta del taglio di carne, fino alla consumazione.

Come si caratterizza il format WorkEat?

Il format WorkEat si sviluppa in locali di circa 140 mq, con spazi interni caratterizzati da colori caldi, arredamento minimal e moderno, ambienti silenziosi, che comunicano sin dall’esterno la forte connotazione tech. I tavoli touch presenti nei locali permettono di consultare il menu, effettuare l’ordine automatico, pagare direttamente dal Pos integrato al tavolo, ricaricare i propri dispositivi, intrattenersi o lavorare, mentre si consuma il proprio pasto. L’offerta food&beverage vanta piatti semplici, freschi e genuini, con una selezione di fornitori della regione in cui WorkEat è nato: il Piemonte, un’area geografica che offre vere e proprie eccellenze agroalimentari e la possibilità di coniugare player mondiali come Lavazza con piccoli produttori locali selezionati.

La tecnologia è una componente importante del concept.

WorkEat è proprietaria del software di sistema dei tavoli multi touch attraverso la WeRevol e lavora con costanza per rendere la tecnologia sempre più performante. La possibilità di customizzare
il software permette di sviluppare applicazioni e contenuti sulla base delle specificità dei differenti contesti di insediamento.

Quali sono i numeri dell’insegna in termini di scontrino medio e fatturato per punto vendita?

Facendo riferimento al punto vendita presso l’aeroporto Napoli, il solo ad aver completato l’anno di esercizio, abbiamo ottenuto uno scontrino medio pari a 7 euro, e un fatturato annuo pari a un milione. Sono dati che ci incoraggiano a crescere, sia nell’innovazione della tecnologia, che nell’espansione su scala nazionale e internazionale del format.

Quali saranno i prossimi passi per supportare lo sviluppo della rete?

Il piano di sviluppo attualmente prevede dalle tre alle cinque aperture all’anno nell’arco dei prossimi cinque anni, con un investimento che si attesta intorno ai due milioni di euro l’anno. La forza di WorkEat, oggi, è di essere precursore del format su scala nazionale, ma anche un potenziale player di settore a livello internazionale, dove il trend della hi-tech food experience è già molto diffuso.

N.G.

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