Oltre i picchi estivi, l’aeroporto di Cagliari si sta attrezzando per fare il balzo oltre i cinque milioni di passeggeri. Forte di un’offerta retail bilanciata (e a misura di delivery), guarda al 2024 quando sarà ultimata la riorganizzazione degli spazi; a partire dal duty free.
Attivo dal 2003 e in concessione qurantennale a Sogaer Spa dal 2007, l’aeroporto “Mario Mameli” di Cagliari ha fatto proprio il claim turistico della Regione: The endless Island (letteralmente: l’isola infinita). A dirlo sono i progetti e le performance che insistono su uno scalo da 4.739.077 di passeggeri nel 2019, per una variazione annuale del +8,8% e un balzo importante dei passeggeri internazionali a 1,3 milioni per un incremento del 25,5 per cento. Nel 2019, le tratte estere con più passeggeri sono state, invece, quelle che collegano lo scalo sardo a Londra Stansted (126.567), Madrid (76.065) e Barcellona (59.976). I mercati internazionali più performanti quanto a volumi di passeggeri movimentati risultano quello tedesco (311.210 viaggiatori), seguito da quello spagnolo (245.155) e quello inglese (192.094). A livello di rotte nazionali, invece, sono quelle legate alla continuità territoriale (Roma Fiumicino e Milano Linate) che incidono maggiormente occupando il 45% del totale passeggeri con 1.512.905 transiti tra arrivi e partenze. Direttrici di viaggio che, con i loro flussi, danno forma all’offerta retail gestita da David Crognaletti, direttore commerciale. Con 20 anni di esperienza negli aeroporti milanesi, il manager ha puntato in prima persona sulla crescita di Cagliari trasferendosi qui con la propria famiglia da ormai tre anni: «Per un periodo ho fatto commuting da Milano a Cagliari, in aereo. Ci mettevo meno a venire qui che a tornare a casa in tangenziale », ha raccontato Crognaletti. Un aneddoto che rende bene le particolarità dell’aeroporto di Cagliari: una catchment area di 1,5 milioni di persone (l’intera Regione) e la necessità di un collegamento costante con il continente, la cui sola alternativa è la nave. Per farlo, il network voli di Sogaer può contare su 53 vettori che nel picco estivo raggiungono fino a 95 destinazioni (23 nazionali e 72 internazionali).
Espansione modulabile
Costruito su una superficie di 47.591 mq, lo scalo è risultato giustamente dimensionato per assorbire il traffico sviluppato negli ultimi anni, e ora sta prendendo la rincorsa per spiccare un balzo oltre i cinque milioni di passeggeri partendo da un ribilanciamento delle aree airside e landside. A offrire questa opportunità commerciale, una esigenza organizzativa: avendo maggiori aerei in base la notte e pronti a partire la mattina seguente, il controllo degli accessi e la gestione dei bagagli devo essere riadattati per sopportare i picchi di viaggiatori e spostati in un area più spaziosa. Questo consentirà di ricalibrare la suddivisione delle superfici liberando finalmente spazio per la creazione di un vero e proprio duty free walkthrough. A seguire, da qui al 2024, il Masterplan prevede anche interventi al di fuori del terminal. A sud dell’aerostazione, che si appoggia sulla Laguna di Santa Gilla, decine di migliaia di metri quadri di ex aree dell’Aeronautica Militare sono passate in concessione a Sogaer che ha già ipotizzato lo sviluppo di spazi per light e hard maintenance e l’installazione di un polo di ricerca universitario legato all’aviazione. Progetti ambiziosi, tra cui l’espansione – il cui progetto è stato affidato a OneWorks – dello stesso aeroporto, che guardano al traguardo dei 10 milioni di passeggeri.
Oltre la stagionalità
Per raggiungere traguardi a doppia cifra, però, il “Mario Mameli” deve superare alcuni scogli: la stagionalità del traffico, la questione della continuità territoriale e una maggiore differenziazione commerciale fra airside e landside. Per quanto riguarda la stagionalità, Sogaer è già sulla buona strada. I dati di traffico sottolineano il picco dei mesi estivi (con il periodo giugno-settembre sempre sopra soglia 500mila passeggeri mensili), ma analizzando i dati rent à car emerge uno zoccolo duro business che sorregge il traffico negli altri periodi dell’anno, fino al minimo di febbraio con poco più di 200mila passeggeri. A incidere su entrambi i periodi, c’è la questione della continuità territoriale: «Purtroppo anche quest’anno si è arrivati tardi e non si sa come andrà a finire. Confidiamo molto nella proroga», ha rivelato Renato Branca, coo e accountable manager. Al momento, la richiesta di proroga dell’attuale convenzione con le compagnie aree in scadenza il 15 aprile è al vaglio di Bruxelles (il 28 gennaio è atteso il responso, ndr). Un passaggio obbligato, visto che non ci sarebbero i tempi tecnici per la pubblicazione del bando e la ricerca di nuove compagnie interessate, ma non meno complicato: il destino di Alitalia e Air Italy è ancora in sospeso. Per loro la proroga deve essere un’opzione remunerativa. Mentre la Sardegna e il suo indotto turistico non possono rimanere appesi a una scadenza burocratica per programmare la prossima stagione. Soprattutto se i clienti da attrarre sono quelli internazionali, che già ora iniziano a prenotare. Un bottino davvero ghiotto per Sogaer, impegnata in una revisione commerciale dei format presenti: la ripetizione aiuta a consolidare il posizionamento dello scalo, ma una maggiore varietà di insegne serve ad attirare i clienti (il 47% dei quali spende mediamente un’ora all’interno dell’infrastruttura). «Non mi piace parlare di destagionalizzazione del traffico – ha affermato Crognaletti – mi interessano di più le condizioni per creare nuove stagioni. Insomma, non dobbiamo spalmare il traffico che già abbiamo ma creare nuovi elementi di attrattività. Da qui deriva, per esempio, il nostro supporto allo sviluppo di tutto ciò che è movimento e sport all’aria aperta, compresa la Prada Cup, e gli itinerari dell’entroterra da scoprire». In tal senso, da un punto di vista retail, l’esempio da seguire è quello del punto vendita Baccusardus che ripropone, al di fuori del terminal in prossimità degli stalli rent-a-car, il wine bar in formato aperitivo già con successo sulla costa a Villasimius. Un punto di ritrovo che lavora tutto l’anno ed è diventato una meta anche per l’utenza urbana che qui può sempre ritrovare i sapori dell’isola attraverso uno storytelling azzeccato e un servizio empatico.
Landside parallelo
Con i suoi 2.948,9 mq di superficie totale, il landside rappresenta lo spazio più esteso in termini retail. Distribuito su due piani paralleli, presenta due offerte ben distinte. Al piano terra, zona arrivi, un supermercato a insegna Crai accoglie tutti i passeggeri (e rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità aeroportuale) in cerca di un acquisto veloce, confezionato, pronto da mangiare appena si arriva a destinazione. Di fronte, sorge il punto informativo della Regione: un cubo di vetro da cui spiccano le promozioni territoriali a tutto schermo e che accoglie una selezione di design e artigianato locale (vero e proprio leitmotiv commerciale dello scalo). Nello spazio fra i due store, i banchi di due compagnie rent-a-car (B-Rent e Sixt). Gli altri operatori, circa una ventina, trovano posto fuori dal terminal in un palazzina dedicata nei pressi del parcheggio multipiano (da 1.300 posti e un progetto di ampliamento già in cantiere). Una soluzione che presto verrà uniformata con lo sfruttamento di un’altra area agli arrivi che ospiterà i desk degli operatori. Per quanto riguarda l’offerta food, un Moka Cafè offre un punto d’appoggio di caffetteria e tavola fredda. Salendo alla zona partenze, ci si imbatte subito in una prima novità: il ristorante self service Gusto posizionato sul mezzanino, da marzo lascerà posto all’apertura di un McDonald’s (con Chef Express). Sotto al mezzanino, il negozio di artigianato A jo’ Kose di Sardegna che fa il paio con lo store Bonu dedicato ai prodotti enogastronomici sardi. Più generalista l’offerta fashion con marchi come Marina Militare e Camomilla Italia a cui si aggiungono la selezione di Carla Verona e lo sportswear del produttore Eye. Una libreria Mondadori e il negozio di souvenir e abbigliamento Waltale intercettano gli impulsi d’acquisto travel essential. Spicca su tutti, in prossimità del servizio avvolgibagagli operato da Safe Bag, il punto vendita Natoo (Lagardère) con le sue soluzioni healthy per la colazione e il pasto principale mentre Rossosapore e Moka Cafè mettono in menù specialità come la pizza e i panini. Sempre in landside, spazio anche per le iniziative B2B all’interno del Business Center utilizzato per conferenze, corsi e incontri con la stampa.
Airside, grandi spese e grandi formati
Passati i controlli di sicurezza, il cui accesso è posizionato in modo asimmetrico rispetto alle linee parallele su cui si sviluppa il landside, si entra nella zona duty free: un percorso di pochi metri che si snoda su se stesso prima di buttarsi lungo l’airside dove si ripropone la logica della galleria commerciale già vista in precedenza. Inutile sottolineare come il duty free sia, di fatto, una soluzione temporanea ancora in cerca di una sistemazione complessiva in cui comunque compaiono diversi corner fashion con la presenza di brand come Boggi, MC2, Espadrilles, Motivi e altri gestiti dall’operatore locale Ambrosio, presente in Sardegna con numerosi punti vendita. Un peccato per le poche referenze esposte che, soprattutto nel campo della cosmetica, riprendono marchi e produzioni locali. Superata senza troppi indugi quest’area, si apre una superficie di 1.614 mq totali. Qui vengono riproposti i marchi Carla Verona e Bonu (per entrambi, stessa offerta), mentre si caratterizza diversamente il settore food. In termini di proposta locale, l’enoteca Argiolas propone la propria lista dei vini perfetti per un aperitivo sostanzioso. Wine Bar 1920, invece, affonda le radici nella storia rossoblu del Cagliari Calcio (il cui merchandise store è in diretto collegamento al ristorante) e le preparazioni gastronomiche sarde. Sul fondo, l’area dedicata alla birreria bavarese Lowengrube, alla caffetteria Etigua by Lavazza e alla tavola fredda di Gourme (con tanto di market annesso). Per quanto riguarda l’offerta non-food, l’aeroporto di Cagliari si differenzia per una serie di punti vendita che potrebbero fare invidia ad alcuni concept store da high street: moda, design, accessori, complementi d’arredo sfidano il cliente, lo invogliano a entrare per scoprire le realtà del territorio, le sue eccellenze senza la paura di non sapere come far stare in valigia un tappeto, un quadro, un vaso o un capo voluminoso dal momento che tutti gli store sono abilitati al delivery. Ecco allora che proposte come quelle di Isola e Ca’mé assumono un loro senso accanto ad abiti, magliette e jeans trendy di Loi con prezzi medi elevati che strizzano l’occhio a una clientela alto spendente. Vip che possono dedicarsi un trattamento di classe in più nella rinnovata lounge realizzata con Prima Vista (brand di Avia Partner).
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