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Con la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il decreto “Cura Italia” è stato ufficialmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale riportando tutte le norme e gli interventi economici per affrontare l’emergenza Coronavirus.

Sul piatto del Cura Italia, il Governo ha messo 25 miliardi di euro da finanziare con l’emissione di nuovi titoli di Stato. A decretarne la destinazione, un documento di 73 pagine contenente 127 articoli.

Le novità

Si parta da un primo stop di tutti i versamenti al fisco, compresi contributi previdenziali e assistenziali e i premi per l’assicurazione obbligatoria: quelli in scadenza il 16 marzo vengono rinviati al 20. Per le imprese, gli autonomi e i professionisti i cui ricavi sono inferiori ai 2 milioni di euro, i versamenti alla cassa per saldare le ritenute, l’Iva annuale e mensile, nonché i contributi previdenziali e quelli Inail sono rinviati al 31 maggio e potranno essere pagati in un’unica soluzione o in massimo 5 rate mensili. Sorte simile anche per le società attive nei settori più colpiti. Sospesi per tutti gli adempimenti fiscali con scadenza tra l’ 8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020. Più in particolare, per i retailer e i tenants, è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di affitto, relativo al mese di marzo. Altri crediti d’imposta del 50% sono concessi a chi si adopera per la sanificazione degli ambienti di lavoro (fino a un massimo di 20mila euro). A livello occupazionale, particolare attenzione ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali: per alcuni i loro, alla data di entrata in vigore del provvedimento, viene riconosciuta un’indennità per il mese di marzo di 600 euro erogata dall’Inps, previa domanda. In generale, per 60 giorni il decreto vieta al datore di lavoro, indipendentemente dal numero dei dipendenti, di recedere dal contratto per «giustificato motivo oggettivo» e sospende le procedure pendenti avviate dopo il 23 febbraio 2020. Qui potete leggere il testo del decreto.

L’approfondimento Fipe

E per districarsi fra le pieghe delle nuove norme e il loro impatto sul mercato italiano, Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha pubblicato un’analisi approfondita che prende in esame le disposizioni di maggiori interesse per il settore dei pubblici esercizi:

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