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Con i dati di marzo, appare sempre più chiaro l’impatto dell’emergenza Covid-19 sul comparto aeronautico e aeroportuale europeo. A tracciarne la gravità è ACI (Airport Council International): 106 milioni di passeggeri persi nell’ultimo mese.

Prendendo in esame gli ultimi dati disponibili, ACI ha rinnovato il proprio appello alle autorità comunitarie affinché sia messo in atto un rinnovato e coordinato piano di sostegno all’intero settore (European Aviation Relief Plan) con il doppio obiettivo di supportare l’operatività del business aeroportuale e salvaguardare la capacità di ripartenza degli scali (a fronte di investimenti a lungo termine).

I dati della crisi

Andando più in profondità nella lettura dei dati emerge che, nel confronto anno su anno, il calo dei passeggeri al 31 marzo 2020 rispetto alla stessa data del 2019 è stato del -97,1%, per un totale di 174mila viaggiatori transitati per gli scali europei. Una caduta libera se si pensa che, l’1 marzo erano ancora 5.120.000 i passeggeri gestiti dagli aeroporti europei (-11,7% rispetto allo stesso giorno del 2019). In generale, quindi, a marzo il traffico è sceso del -59,5% (-21% nel trimestre) per una perdita totale di 106 milioni di passeggeri. Perdite che incidono drammaticamente sulla solidità finanziaria delle società di gestione. Secondo le stime di ACI, l’industry aeroportuale chiuderà il 2020 con una perdita di 23 miliardi di fatturato (-41% rispetto allo scenario pre-Coronavirus).

Le dichiarazioni

«Non abbiamo mai visto niente di simile – ha commentato Oliver Jankovec, direttore generale di ACI Europe – Durante la crisi finanziaria del 2009, ci sono voluti 12 mesi affinché gli aeroporti europei perdessero circa 100 milioni di passeggeri. Con l’emergenza Covid-19 sono bastati 31 giorni». Inoltre, con la fine dei voli di rimpatrio sanitario, l’unico sfogo commerciale per il network aeroportuale europeo sembra essere il settore cargo: «Sebbene 93 aeroporti continentali abbiano chiuso le piste, più dell’80% resta attivo per operazioni commerciali», ha precisato Jancokec.

Le misure necessarie

Ma di cosa hanno bisogno gli aeroporti per sopravvivere? Essenzialmente, una strategia di taglio dei costi. Operazione non facile se si pensa agli investimenti di lungo periodo necessari per garantire l’operatività e la competitività di uno scalo. «Per ora, quello di cui gli aeroporti avrebbero bisogno da un punto di vista della tenuta finanziaria, è uno schema di mobilità temporanea che permetta di gestire correttamente la forza lavoro. Ma per farlo è necessaria una regia europea», ha concluso Jankovec. E per attivarla, ACI Europe ha mobilitato le proprie risorse e il proprio network di associati coinvolgendoli nel progetto Off the Gound che intende mettere a regime le best practice a livello europeo fornendo alle società di gestione delle linee guida comuni per resiste e uscire dalla crisi.

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