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EuroShop, con oltre 90mila partecipanti, si è confermata un’importante vetrina anche per le aziende di design e arredo, che abbiamo incontrato per raccontare le ultime novità di questo settore

Nonostante lo spettro del Coronavirus e qualche forfait dell’ultimo momento, la scorsa edizione di EuroShop (16-20 febbraio, Düsseldorf) si è confermata un successo con oltre 94mila visitatori e 2.300 espositori provenienti da 57 paesi. Molte le aziende italiane in tutti i settori rappresentati. Tra queste, ma non solo, abbiamo intervistato alcuni player specializzati in design e arredo per conoscerne i progetti rivolti al mercato internazionale. Questo focus include anche realtà molto attive nel perimetro nazionale, che non hanno partecipato alla fiera triennale organizzata da Messe Düsseldorf.

La parola ai protagonisti

Sandro Costa, amministratore delegato 
di Costa Group

Con quali obiettivi siete presenti come espositori a EuroShop 2020?
Siamo molto contenti di partecipare anche a questa edizione di EuroShop, in quanto offre un’importante vetrina sul mondo. Alla fiera di Düsseldorf abbiamo portato un tipico concept italiano, che ben si adatta a un food store internazionale. In particolare, presenta un’area bakery, una zona di trasformazione di frutta e verdura per smoothy e insalate preparati al momento, e ancora uno spazio di caffetteria. Sono ovviamene soluzioni che possono essere modellate come forma e dimensione in base alle specifiche esigenze del cliente.
Quali sono i trend legati alla progettazione di spazi di ristorazione?
Di format ce ne sono molti. Ciò che è importante, ad oggi, è miscelarli per proporre un’offerta più ampia rispetto a quella mono prodotto. Mettere insieme, quindi, più format affinché il locale possa lavorare a fasce orarie continue ed evitare tempi morti. In questo senso, per il settore degli hotel abbiamo ad esempio presentato diversi corner interessanti alla fiera Host di Milano 2019, in collaborazione con numerosi brand della ristorazione italiana. Tra gli obiettivi di questi concept, quello di aprire le porte delle strutture ricettive su strada a tutto il pubblico, accogliendolo direttamente nelle aree ristoro, abbattendo così la “barriera” rappresentata dalle hall.
Al momento in quali mercati internazionali siete operativi?
Lavoriamo sia a livello nazionale che internazionale, con un focus molto forte sull’estero: un mercato decisamente più ampio che ci permette di portare avanti operazioni importanti, soprattutto in termini dimensionali. Negli Stati Uniti, in particolare, si tende a lavorare su superfici molto grandi, con la possibilità di realizzare più concept all’interno della medesima struttura. In Asia, invece, dove la concorrenza è molto elevata e vi è una diversa sensibilità rispetto alle normative alimentari adottate soprattutto in Europa ma anche USA, siamo molto attivi in termini di consulenza: sviluppiamo il concept iniziale e realizziamo i primi arredi tipo. Tra alcuni dei progetti più prestigiosi che abbiamo consegnato cito La Grande Épicerie, ubicata nel cuore di Parigi con protagonista il Gruppo LVMH, e IT Villaggio al Center Cap3000 di Nizza e Eataly a Las Vegas.
Quali sono le best practice di recente realizzazione che hanno visto protagoniste delle insegne italiane?
Continuiamo a seguire lo sviluppo di Eataly, con cui siamo impegnati tutt’ora sui progetti di Londra e Dubai. Parlando di grandi gruppi, con Autogrill collaboriamo sia in Italia che in Svizzera e in altri paesi europei, realizzando attività di consulenza e di sviluppo/produzione format. Recentemente abbiamo realizzato l’area di Ponte Scaligera a Soave e presto consegneremo quello di Ponte Chianti. Molto importante è il mercato interno, con Milano che ha scalato le vette mondiali nella ristorazione superando Londra, Parigi e New York, in virtù di una diversificazione di proposte di altissimo livello. Nella città meneghina abbiamo lavorato al mega store di Eataly, a Princi, a Rossopomodoro e anche a ristoranti stellati. Cito ancora insegne del calibro di CioccolatiItaliani, di cui abbiamo firmato tantissimi locali; La Piadineria, con cui abbiamo realizzato diversi punti vendita e che ora vede un grande successo in Francia; Thun Caffé, di cui abbiamo progettato e arredato quattro locali; e grandi aziende come il Gruppo Barilla, per la quale abbiamo curato, in collaborazione con un importante studio di architetti americano, la progettazione dei loro punti vendita negli USA e a Dubai.

 

Giacomo Racugno, 
ceo di Augusto Contract

Il design e l’arredo di un locale contribuiscono fortemente a determinarne la riconoscibilità, il comfort sia per i dipendenti che per la clientela, nonché la visibilità del prodotto e quindi le performance nel suo complesso. Quali sono le soluzioni studiate da Augusto Contract per valorizzare questi aspetti?
Augusto Contract è un general contractor specializzato nella ristorazione. Siamo stati tra i primi a introdurre il concetto di Foodservice General Contractor in Italia perché da sempre siamo a fianco degli imprenditori del food&beverage nello sviluppo delle loro attività, realizzando il locale chiavi in mano. Non abbiamo dei prodotti standard per i nostri clienti. Ciò che caratterizza l’azienda è proprio lo sviluppo di soluzioni ad hoc e uniche per ciascun cliente in modo da massimizzare le potenzialità della location e minimizzarne le criticità. Il tutto con l’obiettivo di supportare adeguatamente il loro modello di business. La strategia viene analizzata, elaborata e tradotta in proposte progettuali, incrociando anche i dati del settore in continuo aggiornamento.
È possibile stimare, in termini percentuali, il valore aggiunto sul fatturato di un locale realizzato tenendo conto di elevanti criteri 
di progettazione e design?
Se la progettazione parte da un disegno strategico e allinea le scelte fondamentali ad esso, possiamo dire per esperienza che il valore aggiunto di certe scelte progettuali è tangibile. Poi bisogna capire quanto la strategia è forte, quanto è adeguata, consapevoli che tanti elementi correlati influiscono sulle performance del punto vendita. È bene precisare anche che se la progettazione parte da un buon disegno strategico può diventare obsoleta velocemente e quindi obbligare a frequenti aggiornamenti. Ultimamente si vedono delle integrazioni tecnologiche “base” e di facile gestione, ma sicuramente funzionali, come ad esempio l’inserimento del caricamento elettrico wireless per i telefoni mobili o pannelli più o meno automatizzati per il digital signage.
Quali sono le principali realizzazioni di Augusto Contract portate a termine di recente? E quali sono le caratteristiche premianti di tali progetti?
Ad inizio 2020 abbiamo realizzato un’area bar all’interno di una palestra specializzata nei tappeti elastici situata in un centro commerciale a Roma. Questo intervento è stato per noi la conferma di come il leisure si stia sviluppando considerevolmente e stia diventando un elemento di attrattività anche nel canale dei centri commerciali. Allo stesso modo, di come il food continui ad avere un’importanza crescente come rafforzatore di consistenza di ogni strategia e modello di business. Inoltre, stiamo lavorando a nuovi trend che stanno cambiando le dinamiche della ristorazione con l’introduzione di nuove tipologie di business come le dark kitchen. In questo canale siamo impegnati sia con operatori internazionali sia con nuove realtà italiane e prevediamo una forte crescita nel settore del foodservice. Del resto è innegabile la crescita che tutto il food delivery sta vivendo e l’opportunità, se gestita in modo adeguato, che può rappresentare per il comparto.

 

Andrea Maligno, 
Hi Contract sales manager presso Brugnotto Group

Con quali obiettivi siete presenti come espositori 
a EuroShop 2020?
È la quarta edizione di EuroShop a cui partecipiamo, ma è la prima in cui portiamo un messaggio concettuale di vera rivoluzione. Questa è la prima volta, infatti, a cui vi prendiamo parte come espositori. Nella casa Brugnotto presentiamo i nostri tre brand: Hi Retail, Hi Display e Hi Contract. Brugnotto Group nasce dal mondo del terzismo ma negli ultimi anni ha creato questi marchi a fronte di un’esperienza consolidata con grandi aziende e in virtù di un cambio generazionale, che ha dato vita a un progetto di forte cambiamento. Abbiamo presentato quindi un format di progetto che si chiama Ecofusion, nato dalla volontà di integrare la tecnologia multimediale a una linea di arredamenti in chiave ecologica, sostenibile e certificata FSC, mirata non solo al mondo del retail ma anche del contract. Il vantaggio di questa azienda, basata a Treviso con oltre 200 dipendenti e una struttura estesa oltre 45mila mq, è il fatto di avere affiancato alla produzione un aspetto proprio esecutivo, ingegneristico e creativo, al punto che si sono affacciati grandi gruppi di architetti. Al momento l’azienda è presente con showroom e parti commerciali e tecniche in 18 paesi.
Fronte retail, con quali insegne lavorate?
L’azienda sta crescendo perché punta molto sulla componente di servizio, in particolare ha investito ingenti capitali sulle persone e sui giovani. E ancora perché rappresenta a pieno titolo il Made in Italy. Oggi Gruppo Brugnotto vanta un’ottima clientela in ambito sia food retail che retail.
Nel merito del food retail, cosa proponete?
Per rispondere alla forte crescita di questo settore proponiamo due livelli di servizio. Il primo è un concetto contract, che prevede un servizio completo chiavi in mano, compresa, se richiesta, la progettazione del format stesso. Il secondo è stato studiato da una divisione interna dell’azienda, che nasce nel mondo Hi Retail sotto il brand Enjoy, ed è stato pensato in un’ottica di economicità e rapidità di risposta. Per questo motivo sono stati creati tre scenari, on stage, cave e vibrant, con cui entriamo in un ottica di standardizzazione. Dalla data di ordine, in 30 giorni procediamo alla consegna.
Quali sono le esigenze delle aziende rispetto a queste due soluzioni?
In Italia c’è maggiore necessità di un servizio contract personalizzato, mentre all’estero si guarda più alla rapidità perché spesso i player pagano affitti molto onerosi e rimandano il taglio sartoriale del locale a quando che questo ha già ottenuto un successo economico. Oggi stiamo cercando di accompagnare il cliente in due fasi: un’analisi ben chiara del successo progettuale e la progettazione stessa, che deve rappresentare il territorio, l’imprenditore e la proposta. Con Ecofusion offriamo 50 proposte di scenari che spaziano dalla natura, al fashion, all’idea, alla promozione e alle stagionalità per avere il locale sempre al passo della richiesta. B

Le sette dimensioni di Metawood

In occasione di EuroShop 2020, Metawood ha presentato in anteprima internazionale il progetto 7D, che mira a esaltare tutti gli elementi che contribuiscono a rendere unico il design e irripetibili le esperienze architettoniche. Basato sull’esperienza ventennale nell’allestimento di negozi per noti brand di moda, profumi, gioielli e cosmetici, 7D è un progetto messo a punto per celebrare la creatività e l’attenzione ai dettagli che definiscono e determinano in particolare l’eccellenza nel settore del lusso. 7D include i concetti di dedication, development, details, design, dream, drive e destiny. «Indipendentemente da come cambia il settore del commercio al dettaglio, dobbiamo rimanere fedeli agli elementi della creazione e a alle linee di espressione, coltivando al tempo stesso uno spirito di immaginazione che di certo continuerà a destare l’interesse dei consumatori fidelizzandoli – ha dichiarato alla fiera di Düsseldorf Mikhail Rositsan, presidente Metawood – Attraverso la nostra presenza ad EuroShop 2020 desideriamo ispirare i giovani artisti, designer e architetti affinché guardino il mondo da una prospettiva 7D». A.P.