Con una conferenza stampa online è ufficialmente partita l’attività di UBRI (Unione Brand Ristorazione Italiana). L’unione è stata formalizzata da 11 brand a catena della ristorazione italiana e si pone l’obiettivo di fare sistema in un settore ancora frammentato e in cerca di risposte univoche alla crisi economica dovuta al coronavirus.
Gli 11 brand aderenti sono: Cioccolatitaliani, Panino Giusto, La Piadineria, Macha Caffè, Panini Durini, Bowls&More, Lievità, Baunilla, Bun, Poke House e Pescaria.
L’associazione
A guidare UBRI è stato nominato, in qualità di presidente, Vincenzo Ferrieri, ceo di Cioccolatitaliani. A supportarlo, un consiglio direttivo formato dagli amministratori delegati delle altre insegne aderenti. Ognuno responsabile per un area tematica in base alle specificità e le eccellenze dimostrate attraverso la propria attività imprenditoriale (nello specifico: Digital innovation, Acquisti, Sviluppo, Personale e Formazione, Operations, Internazionalizzazione, Location, Legal e Finance, Rapporti Istituzionali, Marketing). Un modo per mettere in compartecipazione i rispettivi konw-how e concentrarsi sulle misure di contrasto alla crisi economica dovuta al Covid-19 e al rilancio del comparto della ristorazione a catena. Sul tavolo, UBRI mettere un fatturato complessivo di 200 milioni sviluppato dalle 11 imprese nel 2019, una forza lavoro che impegna 3.300 dipendenti distribuiti in 400 locali, di cui 30 all’estero.
Il progetto
L’associazione punta a realizzare una sinergia che si faccia sistema, sviluppando un’idea di business che parta da un concept di ristorazione piuttosto che dal desiderio di aprire il “proprio” ristorante. In questo senso, UBRI adotta una logica di brand in sé e per sé, con una prospettiva di lungo raggio, replicabile e con un forte impatto su occupazione, fornitori e real estate. Per riuscirsi, oltre ad aprire le porte ad altri ceo di insegne della ristorazione a catena, UBRI ha pubblicato un manifesto e redatto un elenco di 15 richieste al Governo suddiviso in 5 aree tematiche. Per quanto riguarda i tributi, si chiede per esempio la cancellazione delle imposte nazionali e locali pertinenti e l’accesso a misure di sostegno a fondo perduto. In termini di personale, si richiede la proroga degli ammortizzatori sociali fino a fine anno, la detassazione degli oneri contributivi e assistenziali, la detrazioni delle spese sostenute per l’acquisto di DPI. Sul tema locazioni, si chiede l’estensione del credito di imposta del 60% alle locazioni commerciali con classificazione diversa da C/1 e agli affitti di ramo d’azienda. In termini di vendite, l’associazione propone l’abbattimento delle commissioni riconosciute agli operatori delivery e per la gestione dei ticket restaurant. Infine, un supporto sulle spese energetiche, di leasing e ditigitalizzazione.
Riproduzione riservata © retail&food