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Rispetto al 62,5% del footfall registrato dal 18 al 24 maggio, con un 18% di attività commerciali ancora chiuse, nei sette giorni successivi il dato sull’affluenza nei centri commerciali è arrivato al 72,3%, a cui è seguito un recupero ancora più marcato del fatturato.

Questi i principali numeri emersi dall’analisi di CBRE sul campione di 40 centri commerciali gestiti su scala nazionale, rappresentativo di oltre 955mila mq di Gla e 2.147 negozi.

Dati abbastanza allineati a quelli comunicati nei giorni scorsi dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali.

Nel corso dell’ultima settimana di lockdown, specifica la società di consulenza immobiliare, l’82% dei negozi nei propri centri commerciali era chiuso ed era stata registrata la presenza di solo il 27% di visitatori rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Più che il numero di visitatori, quindi, sono stati i consumi a mostrare una buona ripresa nelle prime due settimane di riapertura. Questo recupero è stato determinato soprattutto da una significativa crescita della spesa media per visitatore, del numero di acquisti effettuati da ciascun cliente e dell’ammontare dello scontrino medio. Scontrini XL caratterizzano le ancore alimentari, i servizi e i paracommerciali.

Le dichiarazioni

«I dati evidenziano come, al termine del lockdown, i consumatori abbiano avuto la necessità di effettuare acquisti, facendo registrare un conversion rate più alto rispetto al periodo pre lockdown, a dimostrazione del fatto che la tendenza attuale è di frequentare i centri commerciali per acquistare e non per fare una passeggiata in galleria. É da notare tuttavia che gli spazi food court ed entertainment non sono ancora pienamente operativi. Sarà interessante monitorare i trend dei prossimi mesi per capire l’impatto che hanno avuto le limitazioni del lockdown sul target e le abitudini di consumo», ha dichiarato Franco Rinaldi, head of property management di CBRE Italy.

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