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Già minacciate lo scorso 19 aprile con una missiva mandata agli associati, questa volta le dimissioni di Massimo Moretti dalla guida del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali sono cosa fatta.

La reggenza, sino alle prossime elezioni del presidente che si terranno verosimilmente entro la metà di ottobre, passa, come da statuto, al vicepresidente, Renato Cavalli.

La comunicazione di Moretti, inviata ai soci il 27 giugno, non lascia margini di interpretazione: “Con l’approvazione ieri in assemblea del bilancio è terminato il mio mandato triennale […] Chiarisco infine che non mi presenterò per un prossimo mandato né sono disponibile per alcun tipo d’incarico”.

Se da un lato il gesto di Moretti è indice dello stato di tensione che attraversa il settore dei centri commerciali, colpiti duramente dalla crisi Covid-19 e relegati, per ora, ai margini degli aiuti statali; dall’altro è imputabile a un preciso motivo: la redazione del nuovo statuto, con la prospettiva delle prossime elezioni del nuovo presidente. E proprio sui contenuti, oltre che sui tempi di approvazione, si è consumata la frattura lo scorso 26 giugno, durante l’assemblea ordinaria, con l’ormai ex presidente del CNCC, intervenuto in collegamento telefonico.

Renato Cavalli, vicepresidente CNCC

La linea imposta dall’assemblea per riformare lo statuto, come ha precisato a r&f Renato Cavalli, «è finalizzata a istituire una governance che possa garantire efficienza e contemporaneamente un’adeguata partecipazione a tutte le categorie di soci, che potrebbero essere ulteriormente estese rispetto a quelle attuali».

In un mondo, quello dei centri commerciali e dell’intero commercio al dettaglio, che cambia, il CNCC intende riformarsi in un’ottica di maggiore collegialità, oltre che di modernizzazione su tematiche quali la stessa classificazione dei centri commerciali, in virtù dei nuovi formati distributivi che stanno emergendo. «Lo statuto vigente è molto vecchio e non più rispondente alle realtà attuali. Vogliamo quindi riformarlo affinché quello nuovo possa e debba essere applicato alla lettera», ha continuato il vicepresidente del CNCC.

Le prossime tappe
Ma l’interregno di Cavalli, in epoca post lockdown, rischia di essere molto più di un semplice traghettamento verso nuove elezioni. L’attività di lobbing per ottenere almeno l’innalzamento del cap dei 5 milioni, oltre all’incremento del credito di imposta dal 30 al 60%, cui si aggiunge la proposta di riduzione dell’IVA emersa durante gli Stati generali dell’economia – rispetto alla quale il CNCC è stato tra i promotori – non è procrastinabile: il risultato è fondamentale per evitare nuove e maggiori tensioni tra le proprietà immobiliari e i retailer, anime, per altro, entrambe rappresentate nel mondo CNCC.
«Se la politica vorrà dialogare, sicuramente daremo il nostro contributo – ha sottolineato Cavalli – Uno dei salti qualitativi dell’Associazione rispetto a qualche anno fa è proprio quello del rapporto acquisito con le istituzioni, anche di tipo propositivo. L’auspicio è che questo percorso possa continuare e che porti a risultati concreti. L’obiettivo, quantomeno, è quello di far alzare il tetto dei 5 milioni». Più difficile, invece, appare il traguardo dell’equiparazione del credito d’imposta per tutto il commercio al dettaglio.

Vi è poi una questione più operativa, ma altrettanto importante: la partecipazione a Mapic (17-19 novembre) con un presidente in carica in grado di assolvere al meglio alle proprie funzioni. «Dobbiamo organizzarci in vista della fiera di Cannes che è stata confermata. Il nostro primo impegno, quindi, è quello di farci trovare pronti per rispettare il calendario. Di conseguenza, abbiamo calibrato il nostro cronoprogramma affinché ci sia il giusto lasso di tempo tra il rinnovo della governance e Mapic, con l’obiettivo di non mandare in fiera un presidente eletto solo pochi giorni prima». Modalità e tempistiche chiarite a stretto giro in una nota diramata dall’Associazione: “È stato approvato l’avvio di un percorso di condivisione con gli Associati delle eventuali integrazioni, modifiche e osservazioni rispetto allo schema presentato all’Assemblea del 26 giugno, per completare il lavoro entro il mese di settembre e giungere, entro metà ottobre, all’Assemblea Straordinaria per la modifica dello Statuto e a quella Ordinaria per la nomina dei nuovi Organi Sociali del CNCC”.

Per la futura presidenza, dunque, non rimane che trovare almeno un nuovo candidato, dettaglio non da poco in questa calda estate, partendo da un’unica certezza: Massimo Moretti non sarà della partita.

Di Andrea Penazzi

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