Skip to main content

Dei consumatori più poveri del 40% è l’eredità del Covid-19 secondo l’ultimo report PwC presentato al Circular Fashion Summit 2020 di Parigi. Un dato che si associa a rinnovati trend che potrebbero segnare il recupero dei consumi come: trasparenza, sostenibilità e coscienza sociale.

Il report PwC prende in esame le risposte di un campione globale composto da 4.500 intervistati post-pandemia e traccia i confini del nuovo panorama dei consumi.

I dati 

L’emergenza Covid-19 ha impattato negativamente sulla fiducia dei consumatori trasformando le loro abitudini d’acquisto: se, come detto, il 40% dei rispondenti ha registrato una riduzione di reddito, il numero di chi spenderà per gli acquisti meno dello scorso anno è raddoppiato passando dal 19 al 36%. A livello mondiale l’impatto maggiore si registra nel settore moda e calzature con il 51% dei consumatori che ridurrà la spesa, seguito da attrezzature sportive outdoor (46%), ristoranti & food delivery (41%), strumenti da ufficio (36%) e prodotti per la salute e bellezza (35%).

I trend

Oltre ai dati, la vera novità è una forte e netta convergenza intorno ad alcune trend: trasparenza, sostenibilità e coscienza sociale. «Le aziende che raccoglieranno i maggiori frutti sono quelle che hanno stabilito un legame di fiducia con il consumatore, hanno investito in un percorso di acquisto dei clienti end-to-end senza intoppi e danno priorità alla salute e alla sicurezza dei consumatori», ha spiegato Erika Andreetta, partner PwC Italia e consumer markets consulting leader. I consumatori si aspettano un contributo determinante da parte di governi e istituzioni nell’incoraggiare comportamenti sostenibili e solo il 22% si aspetta che la responsabilità d’azione in materia di sostenibilità spetti al settore privato. Tuttavia, in molti sono convinti che le aziende debbano collaborare con i governi e la collettività per promuovere comportamenti sostenibili. Un sentiment già chiaro prima della pandemia quando il 45% degli intervistati nel mondo affermava di evitare l’uso della plastica quando possibile, il 43% si aspettava che le aziende fossero responsabili del proprio impatto ambientale e il 41% si aspettava che i retailer eliminassero i sacchetti di plastica e imballaggi per articoli deperibili.

Il profilo del consumatore

Da tutto ciò emerge un profilo del consumatore nuovo; o meglio, rinnovato. Secondo i dati raccolti da PwC, a livello globale, lo shopper post-Covid sarà una persona che utilizza (almeno parzialmente) pratiche di smart working con una profonda trasformazione delle proprie abitudini. A partire dalla pratica dello shopping online (il 52% dei Millennial si considera un “Amazon Lover”) per finire a una più raffinata sensibilità sui temi della sostenibilità (con il 45% dei rispondenti che evita la plastica quando possibile).

Riproduzione riservata © retail&food