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Da una crescita del +20% nei primi due mesi dell’anno a un pesante -60% di fatturato a causa del lockdown. Il 2020 a due facce di Sirio SpA racconta dello stravolgimento che molte aziende impegnate nel settore food&beverage hanno dovuto affrontare.

Pubblicata la semestrale, Sirio SpA ha dovuto fare i conti con un ridimensionamento dei ricavi (passati da 36,7 milioni nei primi sei mesi del 2019 a 24,8 milioni nello stesso periodo 2020), un Ebitda ridotto a 3,2 milioni di euro (contro i 10,7 del 2019) e un indebitamento netto di 120,1 milioni di euro (se si considerano anche i parametri IFRS16). Performance su cui è pesato anche un significativo aumento dei costi per mettere a norma i 95 punti vendita della rete di cui 71 nel canale ospedaliero dove Sirio è presente con un servizio di ristoro modulabile e flessibile formato da snack bar, caffetterie e piccola ristorazione veloce ed è stata costretta a implementare le corrette misure anti-contagio. Diverso il discorso per il canale travel retail, vera e propria scommessa dell’azienda. Dopo le esperienze lungo l’autostrada con 7 aree di sosta (concentrate soprattutto sulla A22) e quelle in aeroporto con i punti vendita La Ghiotta all’aeroporto di Bologna, Napoli e Genova, il 2020 è stato l’anno del debutto ferroviario. Con l’apertura dello store a insegna Zako all’interno della stazione di Genova Brignole e il debutto di Sbuccio a Torino Porta Nuova era arrivata anche l’aggiudicazione della food court di Milano Porta Garibaldi (stazione del network Altagares Srl). Uno sviluppo rallentato dalla pandemia, come dimostrano anche i costi per affitti, royalty e utenze marchi che sono passati da 1,3 milioni nel 2019 a 624mila euro nel 2020. Ne abbiamo parlato con l’amministratrice delegata, Stefania Atzori.

Stefania Atzori, ad di Sirio SpA

Dal lockdown alla stagione estiva per arrivare a un nuovo giro di vite autunnale. In che modo Sirio ha affrontato l’emergenza Covid? Che differenze nei diversi settori in cui è attiva la società?

Sin dall’inizio della pandemia, Sirio ha provveduto ad attuare in modo puntuale quanto previsto dai Dpcm succedutisi nel tempo. I nostri locali sono per la maggior parte situati proprio là dove si sta combattendo la battaglia più dura: all’interno delle strutture ospedaliere. In applicazione delle regole anti-contagio abbiamo agito su diversi fronti con un duplice obiettivo: la tutela del cliente e la sicurezza dei nostri operatori. Sanificazione dei locali ordinaria e straordinaria, divieto di assembramenti, tempestiva fornitura dei DPI ai nostri collaboratori, implementazione di un sistema di comunicazione efficace, distanziamento dei tavoli, gestione delle code e impiego di packaging usa e getta sono solo alcune delle attività messe in atto negli ultimi mesi facenti parte di una procedura articolata e meticolosamente aggiornata al fine di contenere il rischio del contagio. Garantendo tali standard di sicurezza, nella prima fase dell’epidemia, l’attività di Sirio è proseguita in 60 dei nostri 96 punti vendita, di cui: 49 nei principali ospedali presidiati, 3 nel canale aeroportuale, 4 sulla rete stradale e altrettanti Burger King solo con il servizio delivery. A partire dal 4 maggio abbiamo riaperto 73 store.

Nel primo semestre la perdita è stata di 7,3 milioni di euro. Cosa vi aspettate dal secondo semestre?

Continuiamo a lavorare con impegno nel tentativo di arginare le perdite attuando controlli puntuali sui costi. I locali, seppur con diverse contribuzioni in termini di fatturato, sono pressoché tutti aperti e siamo convinti che l’attività scrupolosa di messa in sicurezza dei punti vendita e la nostra professionalità siano nel tempo premianti.

Il masterplan al 2022 parla di ricavi totali a 120-130 milioni di euro e l’apertura di 40 nuovi punti vendita. Come sta procedendo? Che futuro per le partnership con Paul, Cioccolatitaliani e Burger King?

Le nostre partnership sono solide, continuiamo a lavorare con mutua soddisfazione seppur consapevoli delle sfide derivanti dall’emergenza che determinano, in taluni casi, uno slittamento delle aperture previste. Anticipo che presto comunicheremo le prime aperture a marchio Paul in location strategiche individuate già nel 2019.

Sirio è da sempre attiva nella somministrazione F&B all’interno del canale ospedaliero. Che possibilità/difficoltà ci sono oggi per questo mercato?

L’intero settore della somministrazione F&B risente della pandemia, ma Sirio conserva la propria leadership nazionale nel canale ospedaliero. Negli anni il win rate si è sempre attestato tra il 90 e il 100%, compreso durante i primi mesi del 2020. La nostra quasi trentennale esperienza ci consente di gestire le problematiche che coinvolgono il mercato con professionalità e competenza mantenendo immutate le caratteristiche che ci hanno resi leader con 71 store aperti e 4 in apertura.

Per quanto riguarda il travel retail, Sirio ha puntato forte sulle stazioni. In che modo questa destinazione può presentare dei vantaggi in termini di ripresa, flussi, vendite, ecc. rispetto ad aeroporti e autostrada?

Crediamo che le grandi e medie stazioni rappresentino punti nevralgici delle città italiane non solo come punto di passaggio di viaggiatori e pendolari, ma anche in quanto luoghi di ritrovo situati in posizioni strategiche. Ad oggi siamo entrati in tre importanti stazioni: Genova Brignole, Milano Garibaldi e Torino Porta Susa. Il progetto Garibaldi Food Quarter, ad esempio, si inserisce nell’importante pianificazione ad ampio respiro per la ristrutturazione e riammodernamento della Stazione Porta Garibaldi con la sua congiunzione alla tecnologica Piazza Gae Aulenti, e prevede la realizzazione di una food-court con la compresenza di diverse tipologie di ristorazione. Un nuovo hub gastronomico che offra varietà di offerta di ristorazione, con un mix italiano ed internazionale che promuova il valore aggiunto del prodotto regionale italiano. Sirio sarà presente con 11 punti di vendita e una variegata offerta gastronomica che si articola in 8 differenti brand, tutti con proprie connotazioni di format sia di prodotto che di ambiente: Alice Pizza, Paul, Tigellona, Rovagnati, Acai Sisters, Pizzeria Italiana Espressa, Burger King. A questi si aggiungono ulteriori 4 marchi che completano gli spazi interni alla stazione sugli altri livelli, con offerte complementari a quelle della food-court: Ammu, Casa Infante, Spacco e Paul le Cafe, declinazione di caffetteria del marchio internazionale Paul.

Digitale e delivery sono stati i due fenomeni che hanno spinto i consumi nella prima parte dell’anno e si confermano asset imprescindibili per le aziende retail. Come avete declinato questi due temi all’interno di Sirio?

Il digitale ha svolto un ruolo cruciale negli ultimi mesi, in quanto canale di vendita sicuro e accessibile a tutti. Con i 4 Burger King il canale digital ha funzionato bene attraverso le principali app di food delivery. L’occasione ha accelerato un progetto di realizzazione di un’app per le ordinazioni anche all’interno dei nostri punti vendita ospedalieri la quale consente di saltare le code scongiurando assembramenti ed effettuare pagamenti online riducendo le occasioni di contatto durante le operazioni di cassa. Dopo un primo test, contiamo di estendere il progetto così da massimizzare i benefici che derivano dalla digital transformation.

N.G.

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