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Un mese di dicembre pieno di attese e incognite rende ancora più incerto l’ultimo scampolo di 2020. Fra DPCM, decreti ristori e cambiamenti di fascia di alcune regioni, l’avvicinarsi del Natale sembra portare con sé poche novità per il commercio al dettaglio. A dettare la linea dovrebbe essere il prossimo decreto del presidente Giuseppe Conte in vigore dal 4 dicembre.

L’attenzione, ovviamente, è posta alle vacanze sotto l’albero ma nel frattempo c’è da riempire un vuoto che rischia di accelerare, di nuovo, la pandemia. D’altronde, la folla che ha preso parte all’apertura del centro commerciale Maximo di Roma (in zona gialla) ha fatto drizzare le antenne sulla corsa ai regali. Mentre con il passaggio di Lombardia e Piemonte da zona rossa a zona arancione il 29 novembre, i clienti residenti sono tornati a formare le fila di fronte agli store in una coda di quello che forse è stato il Black Friday più moscio di sempre.

Le misure di sicurezza

Sebbene al momento in cui scriviamo non siano ancora state presentate le misure di sicurezza sanitaria che dovrebbero entrare in vigore dal 4 dicembre, alcuni fondamentali del nuovo DPCM sembrano ormai già tracciati. A dettarli è stata l’ala più rigida del Governo, che propone un ulteriore giro di vite dal 20 dicembre al 6 gennaio. Con una forte attenzione su 25 e 26 dicembre e 1 gennaio. A livello di spostamenti, si va verso un blocco progressivo che non consentirà altri spostamenti oltre al rientro nel luogo di residenza o domicilio. Niente seconde case fuori regione o cenoni (al massimo apericena di 10 persone). Per chi, invece, dovesse decidere di andare all’estero, magari verso i comprensori sciistici stranieri rimasti aperti, il Governo pensa a nuove forme di quarantena obbligatoria al ritorno. Per quanto riguarda gli orari delle attività, torna il coprifuoco alle 22 senza alcuna eccezione. Linea dura sui ristoranti chiusi nei giorni festivi. Maggiori spiragli per il commercio al dettaglio che potrà tenere aperto fino alle 21 mentre ritornano operativi nel weekend centri commerciali e outlet. Ma solo fino al 20 dicembre. Poi anche le zone gialle saranno rafforzate e si andrà verso una forma di lockdown natlizio; un letargo.

Ristori, capitolo quater

A tenere banco, comunque, è la saga sui ristori, ormai arrivati al quarto capitolo. Nella notte fra il 29 e 30 novembre, il Consiglio dei ministri ha dato il proprio nullaosta per un ulteriore scostamento di bilancio di circa 8 miliardi di euro. Una somma che fa così lievitare a 18 i miliardi messi sul piatto dal Governo per remunerare esercenti e imprenditori che hanno dovuto far fronte a un calo consistente del fatturato a seguito delle chiusure imposte dalle norme anticontagio. Numeri che, secondo un articolo de IlSole24Ore, potrebbero superare, in prospettiva, i 40 miliardi di euro da qui alla metà del 2021. Oltre alle cifre, però, la vera novità del DL Ristori Quater è il rinvio al 30 aprile 2021 delle scadenze fiscali (secondo acconto Irese, Irpef e Irap) esteso a imprese e partite IVA che abbiano registrato un calo del fatturato pari al -33% nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019; a fronte di ricavi inferiori ai 50 milioni di euro registrati nello stesso intervallo di tempo. Rinviati anche i pagamenti delle pendenze col Fisco, come il programma di Rottamazione Ter e il saldo e stralcio.

Bonus e non solo

Nelle pieghe del decreto spuntano poi diverse indennità, come i 350 milioni per il settore fiere e congressi oppure il bonus da 1.000 euro ai lavoratori precari (per un totale di circa 700 milioni) impegnati nei settori del turismo e dello spettacolo. Salta l’estensione della platea dei beneficiari dei contributi a fondo perduto, che voleva allargare il numero degli aventi diritto anche ai professionisti che hanno subito un danno sui ricavi sebbene non rientrino nelle attività colpite direttamente dalle limitazioni dei DPCM. E per questo si parla già di un DL Ristori Cinque che potrebbe ricorrere ai 3,8 miliardi di euro del fondo Covid contenuto nella legge di Bilancio, che prevede per il 2021 un ulteriore scostamento di circa 21 miliardi di euro.

N.G.

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