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A pochi giorni dal Natale, con le vie dello shopping prese d’assalto dalle persone alla ricerca del regalo da mettere sotto l’albero, il CNCC torna a chiedere al Governo di riaprire i centri commerciali nei giorni festivi e pre-festivi e di intervenire sugli orari di apertura.

Alla luce degli assembramenti registrati nei centri città di tutta Italia negli ultimi due weekend, complice il periodo pre-natalizio e l’allentamento di alcune restrizioni a livello locale con il passaggio per varie regioni da zone rosse e arancioni a gialle, il CNCC ribadisce con una nota stampa che le attuali misure del Governo sono inadeguate e potenzialmente dannose sotto il profilo sanitario, in quanto favoriscono assembramenti nei centri città e sui mezzi pubblici avendo ridotto la scelta commerciale.

La limitata apertura dei centri commerciali – prosegue l’associazione – contribuisce, infatti, agli assembramenti nelle cosiddette “vie dello shopping”, dove al contrario i negozi e i grandi magazzini sono aperti tutti i giorni, pur non potendo garantire lo stesso livello di controllo che solo strutture altamente organizzate possono assicurare.

A tal proposito, il CNCC tiene a ribadire e sostenere con fermezza l’assoluta sicurezza dei centri commerciali che, grazie al contingentamento degli ingressi, percorsi esterni e interni alle strutture per facilitare e rendere scorrevoli i transiti, l’installazione di termoscanner, l’igienizzazione e sanificazione giornaliera – anche degli impianti di areazione – e il rafforzamento della vigilanza privata per evitare qualsiasi affollamento, garantiscono un maggior livello di controllo rispetto a quanto è invece possibile nei centri cittadini, tutelando maggiormente, di conseguenza, la salute dei cittadini.

Per i motivi sopra indicati, il CNCC chiede nuovamente al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’immediata revisione di quanto previsto dall’ultimo Dpcm. Interventi che non solo contribuirebbero a diminuire gli assembramenti nei centri città e nei mezzi pubblici, ma eliminerebbero la disparità di trattamento che al momento sta drammaticamente penalizzando le numerosissime realtà commerciali presenti in centri commerciali, parchi commerciali e outlet, già in forte e preoccupante sofferenza a causa delle chiusure forzate degli ultimi mesi e degli insufficienti ristori.

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