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C’è sempre posto per un nuovo Starbucks. Nonostante l’emergenza Covid, l’azienda internazionale con sede a Seattle ha deciso di confermare il piano decennale di espansione che prevede l’apertura di circa 22mila nuove caffetterie con il marchio della sirena. 

In un incontro con gli investitori avvenuto a inizio dicembre, Starbucks ha messo sul tavolo la volontà di arrivare a circa 55mila punti vendita globali entro il 2030. Un aumento di circa 22mila unità rispetto ai 33mila store già attivi in tutto il mondo.

Il piano

A caratterizzare il piano di espansione di Starbuck sarà il ricorso a nuovi format, alcuni dei quali già testati nel corso dell’anno per far fronte all’emergenza Covid e l’impatto del lockdown sul business delle caffetterie. Dai punti vendita di piccole dimensioni a quelli in modalità drive-thru o curbside pick-up l’obiettivo è quello di (ri)assicurarsi un numero maggiore di clienti. Soprattutto nelle aree suburbane dove lo sviluppo di nuovi punti vendita punta a decongestionare e diluire il traffico lungo tutto il network, evitando così assembramenti e code eccessive. Dall’inizio della pandemia, infatti, a causa delle mutate abitudini di consumo (a partire dal largo ricorso allo smart working) Starbucks ha visto scendere le proprie vendite del -9% sul totale della rete. Una percentuale mitigata dalla crescita degli store nelle aree suburbane e drive-thru che hanno trainato l’ultimo quarto dell’anno e su cui si impernia la ripresa futura a cui dovrebbe contribuire anche un nuovo programma di fedeltà capace di riportare i clienti all’interno degli spazi fisici.

Sguardo al 2021

L’incontro con gli investitori è stata anche l’occasione per confermare le previsioni per il 2021. Negli Stati Uniti e nel mercato americano Starbucks prevede una crescita fra il +17 e il +22% a parità di perimetro; mentre a livello internazionale l’aumento delle vendite dovrebbe attestarsi intorno al +25-30%.

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