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Atteso per il 2012, lo scalo di Berlino-Brandeburgo (BER) ha subito diversi ritardi che ne hanno fatto slittare l’inaugurazione a fine ottobre. E sebbene, a causa della pandemia Covid, sia attivo solo il Terminal 1, l’offerta travel retail si estende su 20mila mq di superficie e 111 negozi; in attesa dei passeggeri internazionali.

Rischiava di trasformarsi in una Salerno-Reggio Calabria in salsa tedesca, ma alla fine, nonostante numerosi rinvii, il 31 ottobre è stato ufficialmente inaugurato l’aeroporto di Berlino-Brandeburgo. Lo scalo, che sostituisce lo storico aeroporto di Berlino Tegel (che ha cessato l’attività a novembre), rappresenta la vera novità a livello europeo per il mercato travel retail. Un’infrastruttura di circa 360.000 mq (per quanto riguarda il Terminal 1) che punta ad accogliere, una volta passata la crisi Covid, fino a 58 milioni passeggeri nel momento in cui il masterplan 2040 sarà completato con l’apertura di ulteriori terminal. «Con questa apertura, i viaggiatori tedeschi possono finalmente usufruire di un’infrastruttura per i prossimi decenni. Qui, i nostri clienti potranno trovare accessibilità intermodale,
sicurezza nella gestione dei protocolli anti-contagio, ottimi livelli di servizio in pista e non solo», ha commentato durante la conferenza stampa di inaugurazione Engelbert Lütke Daldrup, ceo della società di gestione Flughafen Berlin Brandenburg GmbH.

Market Plaza, l’area travel retail airside all’interno di BER.

Una storia a lieto fine

Situato a sud della città, nelle prossimità dello scalo di Schönefeld (che diventerà il Terminal 5 della nuova aerostazione), l’aeroporto di Berlino-Brandeburgo doveva inizialmente entrare in funzione nel 2007. L’idea era quella di sostituire il vecchio scalo Tempelhof in chiusura l’anno successivo. Ma così non è stato. E sì che i primi progetti sono datati 1996 e prevedevano un investimento di 2,5 miliardi di euro. I lavori, in verità, iniziarono solo dieci anni più tardi e vennero subito interrotti a causa delle proteste degli abitanti della zona che, a forza di cause giudiziarie, fecero slittare la data di inaugurazione all’autunno 2011. Peccato che i problemi fossero solo all’inizio. Negli anni, infatti, fallì una delle aziende coinvolte nel progetto, ci fu una gara d’appalto che inizialmente avrebbe riguardato 7 imprese e finì per coinvolgerne 35, le spese lievitarono per far fronte a una richiesta di aumentare del 70% gli spazi commerciali ed emersero alcune lacune tecniche necessarie per ospitare sia i giganti del cielo come gli Airbus A380 sia le compagnie low-cost. In questo modo, anche la scadenza del 2012 non fu rispettata, mentre i costi per la manutenzione di strutture realizzate ma non utilizzate toccavano quota 10 milioni di euro al mese. Alla fine, però, con un costo ormai lievitato a oltre 4 miliardi di euro (a cui si sommano 300 milioni di euro di aiuti pubblici anti-Covid, nonostante non fosse ancora decollato o atterrato un singolo aereo), il “Willy Brandt” ha avuto il nulla osta.

Terminal 1, il cuore travel retail

In attesa che ritornino i flussi di passeggeri pre-pandemia, il cuore commerciale dello scalo è il Terminal 1: 20mila mq diffusi su due livelli di cui 9.000 mq airside (con 2.000 mq dedicati al food&beverage) e 4.000 mq landside a cui si aggiungono i circa 1.400 mq nell’area extra- Schengen; per un totale di 111 punti vendita fra ristoranti, fast food, negozi fashion, duty free, ecc. Protagonisti, a livello travel retail, sono i subconcessionari Heinemann, Lagardère Travel Retail e Casualfood. Più nello specifico, la tedesca Heinemann ha inaugurato sei store per un totale di 3.000 mq di superficie che arriveranno a 5.400 mq una volta completata l’apertura degli ultimi tre punti vendita. Su tutti spicca il tradizionale Duty Free & Travel Value Shop, di 1.600 mq caratterizzato da una forte influenza locale a livello di offerta e layout. A questo punto vendita se ne aggiungono altri tre con lo stesso format e due dedicati a fashion, accessori, orologi e gioielli per un totale di 680 mq. Heinemann, infine, è presente anche al Terminal 5 con due walkthrough mentre all’interno del Terminal 2 (in apertura nel prossimo anno) sono previsti 760 mq duty free. Per quanto riguarda l’offerta di Lagardère Travel Retail, il player francese opera dieci outlet travel essential per un totale di circa 865 mq. Lo spazio è suddiviso su sei brand che combinano una proposta internazionale (come nel caso di Relay, Hub Convenience e Lego) con una più locale (grazie a insegne come Look54, Ampelmann e Departure BER). In questo modo, Lagardère espande il suo network travel retail tedesco che ora conta sulla presenza in 10 scali e 39 stazioni per un totale di 120 store. A completare l’offerta, per quanto riguarda il comparto food&beverage, è Casualfood con 12 punti vendita fissi e una serie di location mobili. Per l’occasione, l’azienda ha sviluppato tre nuovi brand: East Side Berlin, Berlin Pub e Deli Berlin – tutti improntati a restituire l’atmosfera tipica dei bar e ristoranti della capitale tedesca. Oltre alle novità, Casualfood ha aperto anche i format più conosciuti come Goodman&Filippo, Hermannn’s. Beans&Barley, Basta!, Kilkenny Pub, Quicker’s e Kamps.

Norbert Minhorst, head of non-aviaton marketing BER.

Intervista a Norbert Minhorst, head of non-aviaton marketing BER

L’apertura dell’aeroporto di Berlino-Brandeburgo era attesa nel 2012. In che modo questo ritardo ha inciso sulla disposizione travel retail?

Il layout dell’airside, ridenominato Market Plaza, è rimasto essenzialmente immutato nonostante il ritardo dei lavori. Tempistiche che, però, da un lato hanno permesso ai retailer di adottare gli ultimi e più innovativi concept dei propri format aeroportuali; dall’altro, ci hanno permesso di dare forma al giusto mix grazie al cambiamento di alcuni operatori e brand. A livello architettonico, i maggiori cambiamenti sono stati riservati all’area luxury dove abbiamo rimosso alcuni muri per creare un format shop-in-shop al posto della precedente disposizione che prevedeva quattro negozi stand alone.

L’emergenza Covid ha stravolto l’industry aroportuale. Pensa che avviare le operazioni in questo momento storico sia un limite o un’occasione per testare i vostri format commerciali?

Da un certo punto di vista, l’attuale basso numero di passeggeri ci aiuta a rendere più fluidi alcuni processi: individuazione delle aree delivery, percorsi dedicati per passeggeri e dipendenti, ecc. Ma tutti gli stakeholder attendono la ripresa del traffico così da testare realmente le capacità e la bontà delle nostre scelte travel retail.

Fra gli operatori protagonisti c’è la tedesca Heinemann. Come si struttura l’offerta?

Heinemann è impegnata sia nel comparto duty free e travel value sia nella gestione di alcuni concept brandizzati. In entrambi i casi, l’offerta è calibrata per restituire un forte sense of place grazie a immagini e visual che riprendono
gli elementi più caratteristici e iconici della città di Berlino nonché attraverso il coinvolgimento di alcuni brand molto conosciuti dalla popolazione locale che si sommano a un’offerta più internazionale.

Vista l’attuale situazione sanitaria e le varie normative sul distanziamento fisico e l’igienizzazione degli spazi, pensa che il walkthrough sia ancora un modello valido per il business travel retail?

Sì, penso che il modello walkthrough sia ancora valido all’interno del business travel retail aeroportuale. Analizzando le vendite all’aeroporto di Berlino Tegel, dove erano presenti percorsi commerciali con o senza walkthrough abbiamo capito che questo tipo di format ha una capacità di engagement molto più alta. Come sappiamo, infatti, le performance del retail aeroportuale sono trainate dagli acquisti d’impulso, quindi diventa essenziale mostrare nel migliore dei modi l’offerta ai potenziali clienti cercando di catturare la loro attenzione e trattenerli nelle diverse aree commerciali finché il loro volo non viene annunciato; per un dwell time di circa un’ora.

Ci può dire qualcosa anche sulla proposta food&beverage?

L’offerta food&beverage è costituita da un mix equilibrato di brand locali, come la catena berlinese di birrerie e caffetterie Currywurs, e nazionali/internazionali, come Marché e Starbucks. Più in particolare, soprattutto in airside, la proposta è stata pensata per andare incontro a budget e tempistiche diverse con la possibilità di accedere tanto a referenze fast food quanto a menu di livello ristorativo.

eCommerce e delivery sono i due trend che si sono imposti nel mercato dei consumi del 2020. Pensa che questi strumenti possano trovare una maggiore applicazione anche in aerporto?

Diversi retailer hanno testato servizi eCommerce e delivery che, per il momento, si sono rilevati più un’aggiunta che una sostituzione delle classiche vendite aeroportuali. Certo, attraverso la consegna, magari al domicilio del cliente in partenza o arrivo, c’è la possibilità di aumentare i volumi di vendita. D’altronde, perché comprare solo una bottiglia di vino da portare in valigia quando posso riceverne un’intera scatola a casa?

Che profilo di passeggero vi preparate ad accogliere non appena il traffico tonerà a salire?

In quanto aeroporto della capitale, nel breve-medio termine BER accoglierà sia un traffico leisure, in particolare turisti che programmano un weekend lungo, sia un traffico business. Berlino, infatti, è una meta molto conosciuta e
frequentata per il settore fieristico e convegnistico. A lungo termine, cioè con il superamento della fase più acuta della pandemia Covid, speriamo di accogliere passeggeri internazionali di lungo raggio e diventare una delle porte di
ingresso principali per la Germania.

Prossimi passi?

Dopo la cerimonia di apertura, la nostra attenzione si è subito concentrate sul fornire il supporto necessario ai nostri tenant in difficoltà al fine di coordinare al meglio le operazioni in vista della ripresa del traffico. Il prossimo anno, inoltre, daremo avvio anche alle operazioni al Terminal 2 che ha una potenzialità di oltre sei milioni di passeggeri e punta su una offerta travel retail già delineata negli scorsi anni che prevede il coinvolgimento, tra gli altri, di Heinemann, WHSmith e Casualfood.

N.G.

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