Mentre a livello globale, nel 2020, il settore Consumer ha registrato un calo del 13% a volume e del 3% in termini di valore delle operazioni M&A rispetto al 2019, in Italia segna un -25% a volumi, ma un aumento del +181% a valore, grazie a importanti tickets annunciati nei comparti Gaming, Entertainment & Fashion.
Guardando ai trend, la pandemia ha portato a un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, accelerando i processi di digitalizzazione, innovazione, vendita diretta al consumatore e attenzione a tematiche ESG.
Questi i principali dati inclusi nell’ultima edizione dello studio PwC Deals Global and Italian M&A trends sull’anno 2020 focalizzato sul settore Consumer.
Trend 2020
In ambito italiano il picco di operazioni e deal value dell’ultimo trimestre 2020 è collegato all’acquisizione di Lottomatica Videolot Rete e Lottomatica Scommesse da parte di Gamenet per 1,2 miliardi di dollari, dall’acquisizione di Stone Island da parte di Moncler per 1,5 miliardi e dall’acquisizione dei diritti della Seria A da parte di CVC, Advent e FSI per 2 miliardi (deal ad oggi non chiuso). Tra i comparti con il maggior calo di operazioni M&A rispetto al 2019: Fashion (-52%), E&L (-31%) e Specialty Retail che include, tra gli altri, gioielleria, eyewear ed elettronica- (-25%). Gli investitori strategici hanno continuato a dominare in termini di numero operazioni (oltre il 70% delle operazioni annunciate a livello globale e circa 60% a livello nazionale), tuttavia con un calo rispetto al 2019 proporzionalmente superiore ai fondi di Private Equity (-15% rispetto a -6% a livello globale), che hanno potuto beneficiare di livelli molto elevati di liquidità.
Trend 2021
“Nel 2021, ci aspettiamo che gli alti livelli di liquidità continuino a spingere l’attività di M&A. In alcuni mercati, tra cui US, saranno le IPO (anche a mezzo SPAC) a guidare i processi di consolidamento della filiera. In Italia ci attendiamo un aumento delle ristrutturazioni finanziarie e operative, in particolare nel retail tradizionale non food, nella ristorazione e nel turismo, che sono stati i più penalizzati a livello di M&A nel 2020”, ha dichiarato Emanuela Pettenò (in foto), Partner PwC Italia e Consumer & Markets Deals Leader.
I settori Food e Healthcare / Wellness hanno registrato una buona performance nella seconda metà del 2020 e hanno catalizzato un aumento di attività M&A che ci si attende continui anche nel 2021. In questo ambito risultano particolarmente favoriti i brand con una proposizione eco-friendly e sostenibile e, nel comparto alimentare, gli alimenti bio, vegani e le proteine vegetali. Il settore Pet Care ha visto un aumento di interesse negli ultimi mesi, con una crescita della spesa per animali domestici, in particolare nella fascia premium. L’aumento del tempo trascorso in casa ha incentivato gli acquisti di elettrodomestici (pulizia, cucina, home entertainment) a discapito della spesa per abbigliamento e cosmetici, favoriti anche da una più consolidata presenza sull’eCommerce. Ci si attende una buona ripresa anche dell’arredo.
La pandemia ha alimentato una maggiore attenzione agli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG), che stanno diventando fattori determinanti delle decisioni di consumo, soprattutto delle fasce più giovani, e di investimento in ambito M&A.
Lo spostamento generale verso la vendita diretta al consumatore ha portato a un aumento delle partnership e delle forme di collaborazioni con piattaforme di commercio online/delivery.
Alcuni settori collegati al delivery, alla comunicazione e alla tecnologia hanno avuto e avranno un ulteriore impulso di crescita a servizio dei nuovi modelli di comportamento e di consumo.
Focus Fashion
Nel 2020 il comparto della moda ha registrato un calo del 17% del volume delle operazioni M&A a livello globale, bilanciato da un incremento del 19% in termini di valore rispetto al 2019, che riflette tre operazioni italiane annunciate (e chiuse) dopo l’inizio della pandemia, Permira/Golden Goose, Moncler/Stone Island e l’acquisizione della maggioranza del brand australiano Zimmermann da parte di Style Capital SGR SpA.
A livello italiano, queste tre operazioni hanno portato a un aumento del +177% a valore rispetto al 2019, a fronte di un calo del 51% del numero delle operazioni concluse. Parallelamente, le categorie maggiormente attrattive sono state Apparel (soprattutto casual), Footwear e Sportwear sia a livello globale che italiano.
Guardando alla tipologia di investitore, mentre a livello mondiale le operazioni guidate da investitori strategici continuano a rappresentare circa il 70% di quelle annunciate (in linea con il 2019), nel mercato italiano i fondi di Private Equity hanno un peso sempre maggiore, superando il 60% delle operazioni annunciate nel 2020, a conferma dell’interesse dei soggetti finanziari nel comparto italiano della moda, soprattutto a sostegno di operazioni di integrazione di filiera ma anche dello sviluppo dei brand italiani ed esteri.
Come emerso anche dall’intervista a Roberta Benaglia, CEO di Style Capital SGR, management company di un fondo di Private Equity specializzato sul settore, la pandemia ha portato a un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, accelerando i processi di digitalizzazione, innovazione e trasformazione dei canali tradizionali.
In particolare il canale wholesale si è rifocalizzato sulla clientela domestica e su un mercato “di prossimità”, dimostrandosi capace di fidelizzarla e interessarla con iniziative di direct marketing; inoltre ha utilizzato in modo più massivo e flessibile gli e-tailer. I monobrand, soprattutto quelli posizionati nei centri delle città Tier 1, hanno sofferto maggiormente la crisi e hanno tipicamente un modello di gestione meno flessibile, sia con riferimento al personale che agli affitti. L’eCommerce ha visto invece una crescita importante di volumi, ma non tutti i brand erano pronti a gestire in modo efficiente l’assortimento e le consegne, proponendo talvolta prezzi e promozioni disallineati rispetto agli store fisici. Per rispondere alle carenze del canale, si sono moltiplicate dunque le partnership tra brand / retailer ed e-tailer specializzati. Inoltre, i nuovi stili di vita e le opportunità/necessità di lavoro agile stanno portando i brand a riconsiderare location e format dei monobrand, preferendo quartieri/zone residenziali e di vacanza, dove le persone potranno soggiornare più a lungo, piuttosto che città Tier 1. Il commercio elettronico, che ha avuto una significativa accelerazione, con le riaperture tenderà a normalizzarsi.
Diventerà pertanto cruciale per i brand lavorare sull’integrazione dei canali e per gli e-tailers aprire negozi fisici nelle città più importanti, soprattutto per la fascia più alta.
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