Skip to main content

Dufry, colosso mondiale del travel retail, ha chiuso il bilancio 2020 con una maxi perdita netta da 2,51 miliardi di franchi svizzeri (-26,5 milioni il risultato 2019).

Naturalmente, alla base dello scivolone c’è la pandemia che ha fiaccato il turismo a livello mondiale e che ha ridotto le vendite di Dufry a 2,56 miliardi rispetto a oltre 8 miliardi del bilancio precedente. Al mese di febbraio, risultavano aperti 1.300 negozi, circa il 55% sul totale, pari al 60% della capacità di vendita. Per marzo, la previsione è di salire al 60%. Tra i duty free aperti ce ne sono molti negli Stati Uniti, ma anche in Gran Bretagna, Spagna, Grecia, Marocco. “E sono comprese le aperture strategiche di Hainan, in Cina” segnala una nota.

Il rosso di bilancio sarebbe stato ancora più pesante senza una grande operazione di riduzione dei costi, pari a 1,3 miliardi di franchi. Come situazione patrimoniale, Dufry si considera finanziariamente solida, con liquidità di 1,91 miliardi di franchi a fine dicembre.

Per il 2021, la società prevede una parziale ripresa, con volumi di vendite che si attesteranno in una forchetta compresa tra -40% e -55% rispetto al 2019.

A livello regionale, le vendite sono suddivise per il 46% nell’area Emea, il 25% Nord America, il 20% America Centro-Sud, 6% Asia Pacifico.

Riproduzione riservata © retail&food