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Da venerdì circola pubblicamente su LinkedIn – veicolato da esponenti dell’Associazione – un pdf intestato al CNCC (vedi foto), firmato dal presidente Roberto Zoia. Una lettera ai soci.

Obiettivo: lanciare una protesta in grado di dare “un segnale forte” al governo di Mario Draghi. Che non ha incluso i centri commerciali nel recente piano di riaperture, per quel che concerne i weekend.

La protesta consisterebbe nell’abbassare le saracinesche delle attività presenti in centri commerciali e outlet martedì 11 maggio alle 11.00 per minimo 3 minuti e massimo 15, durante i quali verrebbe letto un annuncio diffuso con gli altoparlanti di ogni centro e outlet. Una protesta che ha incassato l’appoggio di Confimprese.

Di fatto la protesta coinvolgerebbe e ricadrebbe sui tenant e sui loro clienti che dovrebbero uscire e rientrare dai negozi per il quarto d’ora “da battaglia”. Sicuramente i clienti non saranno moltissimi considerati il periodo, la giornata e la fascia oraria prescelta: la protesta ha un fine dichiaratamente mediatico.

Parallelamente si starebbe tentando di organizzare una conferenza stampa romana – che non ha mai fatto male (e bene?) a nessuno – con parlamentari di Forza Italia, Lega e, ambizione più alta, la leader dell’unico partito di opposizione (!?), Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Questo secondo fonti ben informate.

Il presidente Zoia ha invitato le società di gestione dei centri a dare riscontro entro mercoledì 5 maggio sulla previsione di adesioni. Prima di lanciare ufficialmente l’iniziativa che finora non è stata comunicata ufficialmente alla stampa, né pubblicata su sito o pagina LinkedIn del CNCC.

Alcune società di gestione, però, sono già in trincea o dietro le barricate. Altre hanno tempestivamente dichiarato che non parteciperanno, non condividendo la protesta così come prevista.

È un’iniziativa sostanzialmente mediatica: funzionerà se ci saranno telecamere dei TG a riprendere la serrata. È tardiva: da 14 mesi siamo in pandemia, molto e meglio doveva e poteva essere proposto e attuato in precedenza. È sterile: protestare è sano e democratico ma proporre a questo punto è doveroso. È solitaria: al momento non risulta siano coinvolte altre associazioni, se non quella dei direttori dei centri commerciali (ADCC) e, forse, alcune catene di supermercati. Visti gli “abbinamenti” ricercati, rischia di essere percepita come schierata politicamente, un costo inutile che gli associati non dovrebbero pagare. Il forte segnale che si vorrebbe trasmettere al governo è quindi quantomeno discutibile. Al momento e fino al sopraggiungere di novità o smentite.

Tutto questo mentre 30.000 tifosi hanno impazzato per piazza Duomo a Milano durante una “serena” serata domenicale e pandemica. Giornata nella quale centinaia di migliaia di fedeli hanno partecipato alla messa festiva affollando chiese di tutta Italia, fatto spese nei supermercati, si sono rilassate in parchi affollati o lungo i viali e corsi del centro città.

E il 1 giugno, tra meno di un mese, in zona gialla riapriranno gli stadi.

Aggiornamento

In data odierna (4 maggio 2021) Confimprese, insieme a ANCD-Conad, Confcommercio, Confesercenti e Federdistribuzione hanno deciso di aderire all’iniziativa.

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