Bonati Group, che già ha in portafoglio il brand Tally Weijl, ha acquisito il controllo di Celio Italia.
“È stata un’opportunità che abbiamo colto al volo” ha raccontato a retail&food il fondatore, Roberto Bonati, ora presidente di celio Italia. “La sollecitazione è provenuta anche dai nostri affiliati Tally Weijl, che ci chiedevano un’alternativa non in concorrenza, ritagliata sull’uomo”.
Celio è in Italia dal 1999. “Fino al 2016 proponeva collezioni specifiche per il mercato italiano, poi la casa madre aveva deciso un cambio di strategia” aggiunge Bonati. Ne era seguita una crisi dei ricavi, aggravata durante la pandemia. Anche nel mercato nativo, in Francia, il Covid aveva fatto sentire i suoi effetti e, a metà 2020, l’azienda aveva richiesto la cosiddetta “procedura di salvaguardia” per i negozi gestiti direttamente.
Oggi in Italia celio conta 52 negozi. Una decina di questi verranno chiusi. In compenso, il piano di sviluppo prevede una cinquantina di aperture in gestione diretta e un centinaio in affiliazione, così da arrivare nel giro di 4 anni a circa 200 store. Lo sviluppo avverrà sia nei centri cittadini sia nei centri commerciali, ma sempre scegliendo località almeno da 50.000 abitanti in su.
Tecnicamente, dal punto di vista societario, la Matrix Srl (del gruppo Bonati) ha acquisito la “vecchia” Celio Italia titolare del marchio per il nostro Paese, conservando quindi la stessa partita Iva. Il rapporto che lega Matrix a Celio international è una sorta di “master franchising”, ma che rispetto a una stesura tradizionale conferisce a Bonati maggior flessibilità nel proporre nuovamente una quota di collezione disegnata specificamente per l’Italia.
Fondata nel 1985, celio è tra i leader del prêt-à-porter maschile in Francia e a livello internazionale ed è presente in 60 paesi con oltre 1100 punti vendita.
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