Skip to main content

Nel giro di pochi giorni, il titolo di Foot Locker a Wall Street è sprofondato, dimezzato rispetto ai massimi di maggio 2021.

La colpa? Di Nike. Foot Locker non ha mai citato il colosso delle calzature sportive nel suo comunicato finanziario, ma gli analisti hanno impiegato poco a mettere insieme i pezzi del puzzle.

Foot Locker, per l’anno fiscale 2022, ha pubblicato previsioni di vendita in calo dell’8%-10% nei suoi negozi. In più, ha specificato che nessuno dei marchi distribuiti coprirà più del 60% delle vendite complessive. Qui sta il problema. Nel 2020, la sola Nike apportava il 75% della torta dei ricavi, seguita da Adidas e Puma. Ed è proprio questo calo a spaventare i mercati: non sarà semplice rimpiazzare questi ricavi, che Nike sta cercando di dirottare altrove.

Nike, infatti, è impegnata da mesi in una strategia che punta a implementare le vendite tramite i canali propri e allentare quelle effettuate tramite i retailer. A dicembre, aveva già annunciato lo stop alle forniture a DSW, importante catena con circa 500 negozi negli Usa.

Almeno in Borsa, poco è valso per Foot Locker l’annuncio dell’imminente ritorno sugli scaffali di un altro noto brand, Reebok, che la nuova proprietà (Abg-Authentic brands group) sta cercando di rilanciare.

riproduzione riservata retail&food