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Mentre nel resto d’Europa dominano i “convenience store”, in Italia secondo il report di Savills l’intero comparto retail è cresciuto del 13% nel 2021 grazie soprattutto all’high street e al lusso che da solo ha sfiorato il miliardo in termini di volume di investimento.

In Europa gli investimenti nel settore dei convenience store – i negozi di vicinato caratterizzati dalla vendita al dettaglio di grandi varietà di articoli di uso quotidiano – hanno sfiorato i 14 miliardi di euro, quasi la metà degli investimenti totali in ambito retail (32,2 miliardi di euro). I parchi commerciali e i retail warehouses hanno rappresentato oltre il 30% dell’attività totale di investimento nell’ultimo anno, ben oltre la media quinquennale del 20%. Per quanto riguarda l’Italia, la quota dei retail park ha superato il 7%.

“Nei prossimi due trimestri ci sarà ancora un atteggiamento di cautela verso il settore retail”, ha commentato Marco Montosi, head of Investment di Savills. Registriamo segnali positivi per determinate tipologie immobiliari che hanno dimostrato un’alta resilienza. Prevediamo, inoltre, una ripresa anche per altre tipologie commerciali, quali prodotti high street nelle città principali affittati a tenant di primario standing e durata del contratto residuo medio-alta. Pensiamo che il mondo dei centri commerciali attraverserà una prima fase caratterizzata da investitori disponibili ad assumere l’incertezza di mercato a fronte di un rendimento atteso superiore ai tassi di riferimento pre-Covid”.

Da sottolineare anche la crescita in tutta Europa della vacancy nelle vie secondarie, nelle città minori e nei centri commerciali secondari. “La graduale ripresa dalla pandemia sta portando a un ritorno allo shopping dal vivo e alla voglia di socializzare, che conferma la volontà da parte degli occupier di essere presenti nelle vie del lusso e in generale nelle destinazioni turistiche del lusso”, commenta Francesca Cattagni, Head of High Street Leasing. “In ambito high street, l’aumento delle vendite al dettaglio negli spazi fisici avrà un effetto sempre più positivo sulla fiducia dei brand e sulla domanda di spazi di qualità con un crescente focus sui settori luxury e del food&beverage, con sempre più attenzione alla shopping experience”.

In ambito out-of-town invece, prosegue Silvia Segale, Head of Leasing, “i centri commerciali prime, nonostante le difficoltà della pandemia, non hanno registrato aumenti della vacancy né flessioni dei canoni. I centri stanno evolvendo e ci aspettiamo che emergano maggiori opportunità per una gestione attiva degli asset: riqualificazione e ammodernamento per soddisfare i futuri obiettivi di decarbonizzazione, digitalizzazione, sicurezza e nuovi servizi”.

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