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I dati che emergono dalla rilevazione annuale del Centro studi retail Confimprese, in collaborazione con Global Strategy, sull’internazionalizzazione delle aziende italiane e sui piani di sviluppo per l’anno in corso sono positivi. E, in alcuni casi, segnano numeri record dopo due anni di stasi.

Nel corso del 2023 le aziende associate prevedono un numero di aperture di nuovi punti vendita stimato in 2400, di cui 1390 diretti e 750 in franchising, a fronte di 260 punti vendita chiusi.

Ancora marginale, ma in crescita, la formula del master franchising, in particolare modo per quanto riguarda i settori di abbigliamento-accessori e ristorazione.

Il settore con le migliori prospettive di sviluppo è altro retail, seguito dalla ristorazione. Più limitate le stime su abbigliamento-accessori.

«Le stime per il 2023″, commenta Mario Resca, presidente Confimprese, fotografano un’Italia che cresce e che punta all’estero, dove permane l’interesse per i prodotti iconici del made in Italy. Apprezziamo che i prestiti Sace siano stati prolungati fino a dicembre 2023 per permettere alle imprese di ottenere liquidità in tempi brevi garantendo continuità alla loro operatività. È importante l’azione di supporto del nostro sistema Paese per rispondere all’urgenza del momento».

Riguardo alle motivazioni che portano alla chiusura di punti vendita, incidono molto i processi di razionalizzazione della rete già in corso e la riduzione dei ricavi nei Paesi esteri. Solo il 17% indica l’eccessiva onerosità dei contatti d’affitto e la scadenza del contratto con il franchisee.

confimprese rapporto esteroRispetto alle rilevazioni degli anni precedenti, l’Europa torna al centro delle strategie di sviluppo internazionale, conseguenza diretta della pandemia che ha costretto le aziende a rivedere i proprio piani di crescita sui mercati esteri.  La Francia è la meta prescelta dalla 50% delle aziende, seguita dal 42% di retailer che indica Grecia, Spagna, Polonia e Balcani.

Al di fuori dei confini europei il 33% delle aperture è previsto nei Paesi Arabi e il 17% in Cina.

I canali di sviluppo prioritari per le aperture indicati da 3 aziende su 4, prevalentemente di abbigliamento-accessori e altro retail sono centri commerciali, outlet, retail park.

Approccio più trasversale, invece, da parte della ristorazione che prevede aperture anche nelle aree cittadine, e nel travel, stazioni, duty free, aeroporti.

(in foto: i grandi magazzini Printemps di Parigi)

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