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Un anno di bowl per Poke House, insegna del foodservice che ha fatto dell’offerta fast-casual incentrata sul poke californiano il punto di forza del proprio format. Attivo dall’autunno-inverno 2018 a Milano, il brand festeggia il primo compleanno con un chiosco alla Rinascente.

Ispirato, sia nello stile che nelle ricette, dai format diffusi nella West Coast americana, Poke House raggiunge così il settimo punto vendita (tutti in Lombardia) passando dal format stand alone a quello del chiosco all’interno di una delle mete dello shopping meneghino per eccellenza, la Rinascente all’ombra del Duomo.

Il format

Situato al piano terra del department store, il chiosco Poke House mantiene fedelmente il layout che ha conquistato i food lover nel corso dell’ultimo anno aggiungendo una buona dose di scenografia. il punto vendita, infatti, si caratterizza come un vero e proprio teatro su strada che alza il sipario sui colori degli ingredienti base delle bowl: pesce fresco, superfood, frutti esotici, topping, ecc. Elementi che vengono poi combinati a vista al momento secondo le preferenze del cliente. «Il nuovo chiosco in Rinascente risponde a una tendenza sempre più diffusa della ristorazione fuori casa che si intreccia alla crescente popolarità del take away – commentano i fondatori di Poke House, Matteo Pichi e Vittoria Zanetti – Da qui l’idea di proporsi in una nuova veste, un chiosco, per offrire agli shopping addicted una pausa perfettamente bilanciata a metà tra lo street food e la cucina healthy in una delle aree più popolari della città». E per intercettare i consumatori anche durante la stagione fredda, Poke House ha messo nel proprio menù una versione di poke caldo: la Venus Poke. In generale, «la scelta del nuovo indirizzo non è affatto casuale. Da sempre individuiamo con estrema attenzione il luogo dei nostri store: vogliamo trasmettere la freschezza e il mood che ci contraddistinguono, e non semplicemente vendere un poke. Per questo privilegiamo la qualità del prodotto e zone iconiche, aspetti imprescindibili che ci hanno permesso di aprire sette locali in un solo anno e per di più in una piazza, come quella milanese, attenta sì alle tendenze, ma anche molto selettiva in fatto di cibo», hanno concluso i due fondatori.

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