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Affitti, rilancio dei consumi, riqualificazione degli immobili e pari opportunità competitive con l’eCommerce: questi i temi toccati dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali in occasione dell’incontro con il Governo agli Stati Generali.

L’Associazione, per bocca del presidente Massimo Moretti, ha sottolineato l’apprezzamento per gli sforzi che sono stati fatti in un momento di eccezionalità unica e la grande disponibilità al dialogo delle istituzioni. In particolare, il CNCC ha rilevato una giusta ambizione nel Piano di Rilancio, ma al contempo una non sufficiente attenzione nei riguardi del mondo del commercio nelle iniziative che sono state prese in questi mesi, in particolare rispetto ad altri settori.

Uno dei temi su cui l’Associazione si è da subito attivata è quello degli affitti e il confronto del 16 giugno è servito a ribadire la necessità di applicare a tutti gli esercizi commerciali il credito d’imposta al 60% ed eliminare il tetto dei 5 milioni di euro di ricavi, al fine di evitare penalizzazioni che comportino anche un preoccupante impatto occupazionale.
Durante l’incontro è stata anche ribadita l’importanza di introdurre una temporanea misura di riduzione dell’IVA finalizzata al rilancio dei consumi, in particolare per incentivare la vendita di prodotti fisici nei negozi (ad esclusione dell’alimentare) e i servizi con somministrazione. Il periodo proposto per questa iniziativa è il prossimo autunno per la durata di un mese. Oltre ai consumatori e ai retailer, ne beneficerebbe l’intera filiera, produzione inclusa, e con un atteso aumento delle vendite si andrebbe così a compensare un potenziale minor gettito fiscale.

Le proposte del CNCC presentate al Governo puntano anche alla rigenerazione urbana, che deve comprendere interventi sugli immobili commerciali: fondi che arriveranno dall’UE, ma anche finanziamenti agevolati o le risorse del Recovery Fund per sostenere questa tipologia di interventi, dovranno includere gli immobili dei centri commerciali per un loro rinnovamento volto alla sostenibilità energetica degli edifici, oltre a un adeguamento sismico e tecnologico.

Infine, il CNCC ha sollevato il tema dell’eCommerce, definendolo una grande conquista dei tempi ma che desta sempre più preoccupazioni tra gli operatori tradizionali del settore commerciale, obbligati ad operare in un contesto di concorrenza “sleale” laddove non si proceda a una equiparazione in particolare sul fronte dei tributi. Il settore commerciale con canali di distribuzione tradizionale versa ogni anno, nelle casse dello Stato italiano, circa 27 miliardi di euro tra imposte dirette e indirette locali, mentre altri operatori – sottolinea l’associazione nella nota stampa – non hanno alcun vincolo.

A.P.

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