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Operazione ristrutturazione e insolvenze conclusa per Galeria Karstadt Kaufhof. La catena di department store tedesca ha però pagato caro il costo della crisi generata dal Covid: chiusura di 40 store e circa quattromila posti di lavoro in meno. 

L’annuncio arriva a un mese dall’accordo con i creditori che ha permesso a Galeria Karstadt Kaufhof di scrollarsi di dosso un debito di circa due miliardi di euro. Restano così attivi 130 punti vendita e circa 16mila occupati. A tirare le fila del brand, la società Signa Holding di proprietà dell’investitore austriaco Rene Benko. È stato lui a risollevare Karstadt dalla crisi del 2015 fondendola con Galeria Kaufhof tre anni più tardi.

La caduta

Nel momento in cui è scoppiata la pandemia, Galeria Karstadt Kaufhof non ha retto il peso dei costi, che ammontavano a 80 milioni di euro a settimana. In conseguenza diretta del lockdown. Un duro colpo per un format già in difficoltà, alle prese con la concorrenza dell’eCommerce e la costante diminuzioni di visitatori, soprattutto nei centri città. Online, la catena tedesca non è mai riuscita a superare la barriera del 5% di vendite. Performance deboli che hanno richiesto, ad aprile, la richiesta di concordato causa insolvenza.

Ripresa possibile?

A settembre, però, l’accordo con i creditori per una riduzione del debito pari a due miliardi di euro ha permesso a Galeria Karstadt Kaufhof di tornare in pista. Pagando un caro prezzo. Attualmente, il rimanente network rimane operativo anche grazie a un accordo con i landlord e le autorità locali per concessioni utili a prevenire un aumento delle vacancy. Tirate le somme, Galeria Karstadt Kaufhof punta a ripartire dall’online per diventare il networked marketplace of the future.

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