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Di fronte a una crisi senza precedenti del settore travel retail, ACI Europe e ETRC propongono una soluzione per il settore aeroportuale: ripartire dai fondamentali. In altre parole, dal duty e tax free shopping. Soprattutto agli arrivi, dove il format potrebbe generare 4,3 miliardi di euro di valore aggiunto.

A sostenere la proposta congiunta rivolta alle istituzioni comunitarie da ACI Europe e ETRC, sono i dati emersi dall’analisi indipendente condotta da York Aviation.

Le potenzialità

Basandosi sui dati di traffico del 2019, l’analisi di York Aviation mostra le potenzialità insite nell’estensione del regime duty e tax free anche agli arrivi. Oltre al valore generato, questa manovra aprirebbe le porte a 41.500 nuovi posti di lavoro e contribuirebbe a un ritorno in tasse pari a 1,6 miliardi di euro. Fondamentali che potrebbero arrivare a pesare il 20-30% delle vendite travel retail nel canale aeroportuale in tutto Europa. Specialmente dal primo gennaio 2021 quando, uscita la Gran Bretagna dall’Unione Europea, molti piccoli aeroporti regionali potrebbero sfruttare i benefici del traffico d’Oltremanica. In generale, stante la situazione attuale fortemente impattata dal Covid-19, l’impatto iniziale dell’estensione agli arrivi del modello duty e tax free potrebbe generare circa 1,3 miliardi di euro di valore aggiunto ogni milione di passeggeri.

Le dichiarazioni

«L’introduzione del duty e tax free shopping negli aeroporti europei si presenta come una grande opportunità per rinnovare un approccio ormai datato per lo sfruttamento commerciale degli arrivi. Senza modificare le quote di vendite attuali, la nostra proposta punterebbe a offrire ai passeggeri un’ulteriore occasione d’acquisto durante la loro esperienza di viaggio», ha commentato il presidente ETRC, Nigel Keal. «Gli aeroporti europei stanno affrontando le più difficili condizioni della storia moderna in termini di potenzialità commerciali. Sfruttando il loro ruolo di accessi economici privilegiati a un territorio, però, potrebbero recuperare la distanza a livello di introiti rispetto ai concorrenti non-UE e riportare dentro il perimetri comunitario, grazie ai format duty e tax free agli arrivi, le vendite disperse in altre terze parti», gli ha fatto eco Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europe.

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