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La Guardia di Finanza ha bussato alla porta di Giovanni Castellucci, fino a dicembre 2019 amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, e di altri ex top manager della concessionaria. A monte, un’inchiesta della Procura di Genova sulla vicenda del crollo del ponte Morandi nel capoluogo ligure.

A determinare l’intervento della Guardia di Finanza sono stati gli esiti di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Genova e avviata ormai un anno fa. Al centro della vicenda, l’analisi della documentazione acquisita nelle indagini principali sul crollo del ponte Morandi che hanno portato alla luce le criticità in termini di sicurezza delle barriere fonoassorbenti installate sulla rete autostradale. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, i manager sarebbero stati consapevoli delle difettosità delle barriere (con rischio di caduta a causa del forte vento, come accaduto nel corso del 2016 e 2017).

Le ripercussioni

Un colpo non indifferente ad Aspi che, con Atlantia (società partecipata dalla famiglia Benetton attraverso la cassaforte di famiglia Edizioni e in possesso dell’88% delle quote di Aspi), è impegnata nella trattativa per la vendita della concessione a Cassa Depositi e Prestiti e altri investitori internazionali (i fondi Blackstone e Macquaire). Una partita complicata che, a fine ottobre, aveva portato CDP a valutare in 9,5 miliardi di euro il costo per rilevare l’azienda. Pochi per Atlantia che stima in 12 miliardi di euro il valore di Aspi. Un tema a cui si legano anche passaggi tecnici come la decisione sull’aumento di capitale in Aspi oppure la cessione diretta delle quote da parte di Atlantia. Decisione che, in caso, porterebbe Aspi sotto il controllo pubblico indiretto o, nell’altro, a monetizzare direttamente Atlantia. L’offerta vincolante dovrebbe comunque arrivare entro il 30 novembre. Il tutto in un panorama segnato dalla pandemia Covid che ha drasticamente ridotto il traffico anche nel settore aeroportuale, con i due scali di Aeroporti di Roma (controllati da Atlantia) che hanno lasciato sul terreno circa il 70% dei passeggeri rispetto al 2019 e obbligato il concessionario a rivedere i contratti con gli operatori travel retail presente sulla rete autostradale. In primis la controllata Autogrill che oggi genera però la maggior parte dei ricavi dagli aeroporti USA.

Le altre mosse

Nel frattempo, però, Atlantia non resta a guardare e, attraverso Abertis, ha messo a segno un’operazione sul mercato statunitense. Assieme al fondo Mcquaire, la società italiana ha acquisito il 100% di Elizabeth River Crossings, concessionaria che fino al 2070 ha in carico la gestione dei tunnel in Virginia, per un controvalore complessivo di circa 1 miliardo di euro. Una mossa che segue l’espansione di giugno in Messico dove Atlantia (in collaborazione con Gic) ha rilevato il 70% del capitale di RCO, azienda che gestisce 876 km di rete autostradale, per un controvalore di 1,5 miliardi di euro. Operazione a cui si aggiunge anche la vendita del 49% di Telepass a Partners Group per un miliardo di euro.

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