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A un anno esatto dall’inizio della pandemia, il totale mercato degli ultimi 12 mesi chiude a quota -46,3% rispetto all’analogo periodo terminato a febbraio 2020. Tale bilancio vede la ristorazione perdere il -56,5%, l’abbigliamento il -46% e il non food il -29,1%. Febbraio 2021 contro febbraio 2020 si ferma invece a -35,8 per cento.

Ancora in terreno negativo, dunque, come logico attendersi date le restrizioni in essere in tutta la Penisola, i dati dell’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY.

Il crollo più importante nell’ultimo mese, sottolinea il report, arriva dalla ristorazione (-50,3%), mentre l’abbigliamento chiude a -36,5% e il non food riduce le perdite col -6,2%. I centri commerciali mostrano un calo pari a -43,2%, gli outlet a -36,5%, le high street a -27,6% e il travel segna un pesante -59,9 per cento.

Nei trend per regioni la peggiore è l’Umbria (-74,3%), seguita dal Trentino-Alto Adige (-56,4%); la Lombardia è terzultima e scende per la prima volta dall’inizio della pandemia a -29,7%.

Le aree geografiche palesano andamenti abbastanza simili, anche se la peggiore è l’area Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) con -40,5%, seguita dall’area Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) -38,3% e dall’area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) -36,1%. A sorpresa, l’area Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta), segnata dal peso della regione più colpita dall’anno di pandemia, chiude il mese a -31,6%.

Le dichiarazioni
«In febbraio continua l’onda negativa in tutti i settori, tranne nel non food che, sulla scia delle minori restrizioni di alcune merceologie e della ritrovata voglia degli italiani per la lettura, per l’arredamento della casa e per gli oggetti di elettronica, chiude il mese di febbraio con una contrazione ridotta – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese – Resta il fatto che, nonostante l’avvio della campagna vaccinale, abbiamo di fronte un altro anno di convivenza con il virus e per questo dobbiamo ritrovare fiducia sapendo gestire le aperture e non le chiusure. Continuiamo a sostenere che gli operatori del commercio hanno messo in atto in tempi rapidissimi protocolli operativi molto stringenti, volti a prevenire i rischi di contagio nelle diverse tipologie di esercizi, siano essi situati nei centri delle città, all’interno di centri commerciali, parchi commerciali o altre strutture analoghe».

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