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Rallentano le vendite, giù i consumi. L’Osservatorio Confimprese-EY evidenzia un trend a -14,7%  per il mese di febbraio 2022 sullo stesso mese del 2020, appena sfiorato dalla pandemia. L’aumento dei prezzi e le bollette pesano sullo shopping di inizio anno e il settore retail è in sofferenza.

Entrando nel dettaglio dei settori merceologici, gli andamenti più preoccupanti si avvertono in abbigliamento-accessori che, con una flessione pari a -24,9%, si conferma il settore più in difficoltà.

Trend meno negativi per la ristorazione che chiude il mese di febbraio a -9,2% – in netto miglioramento rispetto a gennaio (-18,1%) – e il retail non food -2%, due settori più stabili nel riallineamento ai valori pre-pandemia.

Nei canali di vendita, numeri ancora negativi per il travel che a febbraio 2022 vs febbraio 2020 perde quasi la metà dei volumi di vendita e precipita nuovamente a -45%, numeri in parte legati alla non riapertura dei negozi in questi canali di vendita e in generale all’impatto della pandemia sul travel.

Interessanti i dati delle location di prossimità che confermano lo spostamento delle abitudini di acquisto dei consumatori. La regressione si attesta a un solo digit -5,7% in miglioramento rispetto a gennaio (-12,9%). Recuperano punti percentuali i centri commerciali che chiudono a -19,5%, gli outlet -18,7%, le high street -22,4%.

confimprese-EY“I primi due mesi dell’anno a -20,9% – spiega Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese – indicano che il 2022 sarà un altro anno molto difficile per il retail. Non solo i consumi sono ancora distanti dai livelli pre-pandemia e, a esclusione di poche eccezioni, non mostrano segni di particolare dinamicità, ma la situazione si è ulteriormente aggravata sul lato costi – energia, trasporti, materie prime – ponendo in seria criticità la sostenibilità dei punti vendita. Le aziende si trovano, quindi, nella morsa fra consumi in forte calo senza prospettive di recupero a breve, anche in relazione alla situazione geo-politica mondiale, e costi che stanno già aumentando in maniera incontrollata, compreso il livello degli affitti e delle spese condominiali, in particolare nei centri commerciali, in continua crescita non giustificata dal contesto economico e non sostenibile dai retailer”.

Analizzando i dati delle principali città, Napoli registra -9% posizionandosi come città con i trend migliori nel Paese. Seguono, poco distanti, Palermo -11%, Venezia -13%, Milano -15%, Roma e Firenze entrambe -17%, Genova -19%.

I valori più negativi si registrano invece a Torino -25%, Bologna -24% e Verona -21%.

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