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I nostri primi passi nell’outlet friulano sono contraddistinti da un curioso chiacchierio di sottofondo in lingua balcanica. Non riusciamo a comprenderne i contenuti, ovviamente, ma la percezione di trovarci in una piazza dello shopping di confine è quanto mai reale.

E non è solo l’idioma, o meglio dire gli idiomi dato che si sente parlare diffusamente sloveno, serbo, austriaco e croato, oltre che italiano, ma sono anche i diversi tratti somatici e lo stile di abbigliamento a confermarci l’impressione di essere di fronte a una commistione di popolazioni e di culture che si incontrano attorno a un minimo comune denominatore: la passione per i marchi italiani e internazionali di posizionamento medio/alto e per l’eccellenza gastronomica locale. Da non trascurare, ma neanche da addurre a unica leva di business, la ricerca dell’affare.

E se per noi è stata una sorpresa vedere in particolare tanti croati frequentare il villaggio, non lo è stato certamente per i negozianti: la gestione dell’outlet li avvisa per tempo di tutte le festività nei paesi limitrofi, per cui, nel caso specifico dell’8 di ottobre, giorno della nostra visita, li aveva avvisati dei possibili flussi provenienti dalla Croazia, che in quella data festeggia la proclamazione di indipendenza avvenuta nel 1991. Primissima impressione a parte, che anticipa la forte vocazione turistica del Palmanova Outlet Village, vi raccontiamo l’evoluzione del Foc dalla sua inaugurazione nel 2008 a oggi, con un accenno al possibile ampliamento.

Andrea Penazzi

L’articolo completo è pubblicato sul numero di novembre 2013 di r&f: acquistalo sull’App Store oppure abbonati alla versione cartacea