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Per un’intera giornata, in occasione della RICS European Retail Conference (6 febbraio, Hotel Meliá), la città di Milano è diventata il cuore pulsante del settore immobiliare commerciale internazionale, con ospiti e interlocutori del calibro di Tina Paillet, chair of the RICS Board in Europe, Daniele Levi Formiggini, chair RICS in Italy, Massimo Moretti, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. E a seguire le testimonianze di top manager specializzati in investimento e gestione/valorizzazione di immobili commerciali, in progettazione e design, in strategie retail omnichannel e infine in aspetti fiscali, contabili e legali del comparto.

Un parterre di personalità a testimonianza della consolidata reputation e dell’appeal sempre più accattivante che contraddistinguono il capoluogo lombardo a livello worldwide. E proprio il tema delle centralità urbane è stato più volte dibattuto durante le varie sessioni di approfondimento, in quanto sono ormai il vero oggetto del desiderio. L’evento ha richiamato da tutta Europa 170 operatori del settore tra investitori e retailer.

Il presidente di RICS Italia

A fare gli onori di casa, Daniele Levi Formiggini, che ha enfatizzato le peculiarità del mercato italiano, sottolineandone la solidità, oltre a rimarcare la necessità di continuare a diffondere e promuovere l’adozione di elevati standard di qualità e trasparenza nella valutazione immobiliare, fattore imprescindibile per l’attrazione degli investimenti nel nostro Paese.

 

«La conferenza non tratta solo il tema degli investimenti ma di tutti gli aspetti che stanno impattando su un settore, il retail, in grande trasformazione. Quindi dell’evoluzione dei format, delle tecnologie come ad esempio l’e-commerce e i big data, oltre a tutti gli aspetti di novità in ambito legale, regolamentale e fiscale, senza dimenticare le valutazioni di asset retail: RICS è uno dei più importanti standard setter a livello mondiale – ha spiegato Levi Formiggini – E oggi si respira un’aria di grande interesse per il mercato italiano. La percezione è che abbiamo uno stock estremamente appealing, con alcuni immobili che hanno raggiunto la fase matura del proprio ciclo di vita per cui vi sono opportunità non solo di nuovi sviluppi ma anche di ampliamenti, turnover e riposizionamenti. Milano evidentemente è sotto i riflettori: abbiamo assistito recentemente ad aperture estremamente importanti come CityLife e Il Centro ad Arese, più contiamo una serie di operazioni in pipeline di assoluto livello come quelle condotte da Westfield e Falcon Malls. Su Roma iniziano ad affacciarsi investitori con un approccio più opportunistico, perché è una grande capitale europea con tutte le caratteristiche per riprendersi. Anzi, può diventare il prossimo hotspot per l’Italia dal punto di vista degli investimenti immobiliari retail».

Centri commerciali: key numbers

Sui numeri legati al mercato nazionale, con riferimento al settore dei centri commerciali, si è espresso Massimo Moretti. Dopo aver rimarcato i valori del 2017, che ha visto 300mila mq di nuova Gla tra operazioni di new opening ed extension, con il Nord Italia a farla da padrona, il presidente del CNCC ha snocciolato le previsioni per il 2018, circa 210mila mq di nuova Gla, sottolineando che i principali sviluppi arriveranno al taglio del nastro negli anni successivi. Citando quindi i dati forniti da Bnp Paribas Real Estate Italia, Moretti ha rimarcato che gli investimenti nel commercial RE hanno visto dati in crescita a doppia cifra, +25% nel 2017 rispetto al 2016 per circa 11 miliardi di euro, di cui 2,4 specifici nel settore retail. E leggermente meno del 50% appannaggio del segmento out-of-town. Complessivamente nel 2017 i visitatori nei centri commerciali italiani sono stati circa 2 miliardi, ha continuato Moretti, stabili negli ultimi tre anni, «a dimostrazione che le vendite online non hanno impattato sul footfall».

Il retailer

In un panel di relatori focalizzato prevalentemente su investitori, sviluppatori e gestori di shopping centre, a rappresentare il mondo dei retailer Monica Gagliardini, global e-commerce, CRM, digital e social director di OVS, che ha raccontato come il brand con più di 1.400 punti vendita tra Italia ed estero e un turnover superiore al miliardo abbia saputo integrare fisico e virtuale – con quest’ultimo in grado di favorire il tasso di conversione nel punto di vendita – mettendo il cliente al centro della propria strategia. «Perché il consumatore è già omnichannel». A.P.

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