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Il settore alimentare italiano continua a crescere e presenterà i risultati raggiunti e le proposte per il futuro a Cibus 2018, la fiera internazionale dell’alimentazione organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, che si terrà a Parma dal 7 al 10 maggio.
I numeri dell’industria
Il fatturato dell’industria alimentare ha raggiunto i 137 miliardi di euro con una crescita del 3,8%. A registrare la performance migliore, però, è l’export che cresce di oltre il 6% e ormai vale complessivamente oltre 41 miliardi di cui oltre 32 di prodotti finiti. Un dato incoraggiante se paragonato a quello dei consumi alimentari in Italia ancora debole ma comunque in aumento dello 0,8%. L’export diventa sempre più strategico quindi grazie ai risultati ottenuti nei mercati di Russia, Spagna, Sud e Nord America e Asia. Nello specifico, i prodotti più apprezzati sono formaggi, salumi, dolciario e spumanti. Mentre mostrano tassi di sviluppo molto interessanti le farine speciali, i preparati gastronomici e dietetici, distillati e acque minerali.
I numeri e gli argomenti di Cibus
Saranno 3.100 gli espositori presenti alla 19° edizione di Cibus che metteranno i mostra i propri prodotti su una superficie di 135.000 metri quadri. Attesi 80.000 visitatori professionali, di cui il 20% dall’estero, e, tra questi, 2.500 top buyers. Circa mille i nuovi prodotti che saranno esposti a Cibus dove una selezione dei 100 prodotti più innovativi sarà esposta nel Cibus Innovation Corner, una nuova area di esposizione e talks. Gli argomenti trattati ruoteranno attorno ai trend del settore alimentare come la continua crescita dei prodotti salutistici, ma anche dei ready meals, e la richiesta dei consumatori focalizzata sia sui prodotti premium sia su quelli low cost. Tra le tante tavole rotonde, Cibus sarà l’occasione per fare il punto sulle tematiche più rilevanti del settore: biotecnologie e ricerca scientifica nell’alimentare; innovazione e sostenibilità; prevenzione degli sprechi alimentari; le fake news nell’alimentare; la promozione all’estero dei prodotti italiani e la piaga dell’italian sounding; punto vendita fisico e vendite on line, come sarà il negozio del futuro; le frontiere del marketing nei punti vendita; i novel foods (insetti e carne coltivata); dove va il packaging; gli chef come influencer; ed altro ancora.
Le dichiarazioni
«Cibus è tradizione e innovazione, con la stessa formula vogliamo raccontare lo straordinario patrimonio agroalimentare italiano – ha dichiarato in conferenza stampa Andrea Olivero, vice-ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali – Il Governo aveva posto, già in occasione di Expo2015, il traguardo dei 50 miliardi di euro di export entro il 2020 e fa piacere constatare che la tabella di marcia verso questo ambizioso obiettivo sia rispettata. Certamente il 2018, con le iniziative dell’Anno del Cibo italiano, rappresenta un’occasione per porre al centro dell’attenzione la grande eredità culturale che ci contraddistingue e contribuire alla crescita economica di un settore strategico per l’economia del nostro Paese».
«Siamo nell’anno che celebra il cibo italiano e i dati di settore appoggiano pienamente l’importante investitura – ha affermato Antonio Ferraioli, vicepresidente di Federalimentare -. Dopo un 2017 che si è lasciato finalmente alle spalle la crisi, infatti, anche per il 2018 l’agroalimentare sembra confermarsi il settore trainante dell’economia italiana crescendo di più e meglio di altri comparti ed è proprio per questo che la valorizzazione e la promozione del nostro Made in Italy deve essere centrale non solo nelle politiche italiane, ma anche a Bruxelles dove si giocano le battaglie su cui si decide la nostra competitività».
Un concetto che è stato sottolineato anche dal Gian Domenico Auricchio, presidente di Fiere di Parma: «Cibus sarà quindi l’espressione apicale dell’Anno del Cibo Italiano, in ambito business. Un parterre espositivo unico nel panorama internazionale che esprime al meglio l’eccellenza della produzione agroalimentare italiana e che è, da sempre, la piattaforma privilegiata per l’export dei prodotti nazionali verso tutti i mercati obiettivo».
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