Skip to main content

I lavori del nuovo progetto dovrebbero partire a fine anno, ma nel frattempo l’aeroporto “Catullo” di Verona raccoglie i frutti di un offerta retail in continua evoluzione: dall’Hosteria Valerio al walkthrough sul lato airside lo scalo non arresta la sua evoluzione

Cresce l’attesa per l’inizio dei lavori all’aeroporto “Valerio Catullo” di Verona. Nella città in cui Shakespeare ambientò uno dei suoi più famosi drammi, il progetto “Romeo” dovrebbe partire verso la fine del 2018 e trasformare l’offerta retail. Il tutto mentre si fa sempre più stretta la cooperazione fra Aeroporti del Garda (che oltre al “Catullo” opera anche nello scalo di Brescia, prettamente cargo) e Save (società che gestisce gli scali di Venezia e Treviso), che possiede il 40% delle quote della prima. A un anno di distanza dall’ultima visita di r&f, i lavori conclusi nel 2016 sono entrati a regime: dal wine bar Valerio al duty free Dufry, è tutto pronto per fare quel salto in più che Verona aspetta da tempo.

Landisde da Valerio

Posizionato lungo l’autostrada A4 all’altezza dell’uscita di Sommacampagna, l’aeroporto di Verona rappresenta lo scalo di riferimento per oltre tre milioni di passeggeri (dati Enac 2017). Un traffico che nello scorso anno è aumentato del 10% e che nei primi due mesi del 2018 ha fatto registrare un ulteriore incremento dell’8 per cento. Passeggeri che, essenzialmente, scelgono questo aeroporto per l’offerta dei vettori low cost (su cui si imbarca il 41% dei viaggiatori) e per la comodità con cui è possibile raggiungere lo scalo (caratteristica che accomuna il 60% di viaggiatori e che garantisce 5 milioni di fatturato derivante dalla gestione degli oltre quattromila posti auto a disposizione). Ma questi dati da soli non spiegherebbero perché il 59% degli utenti parte e atterra sempre a Verona. Per comprendere una tale affezione, basta fare un passo all’interno dell’aerostazione. Ristrutturata l’ultima volta per i Mondiali italiani del 1990, l’aeroporto ha mantenuto finora la sua conformazione originaria. Compresa la netta divisione di partenze e arrivi che occupano due terminal diversi spezzando, di fatto, l’offerta commerciale. Al progetto Romeo sarà affidato il compito di superare questo problema cercando di valorizzare i punti di forza. Fra questi, nell’area partenze landside, l’Hosteria da Valerio domina i banchi del check-in dal primo piano. Fiore all’occhiello dell’offerta food&beverage, questo format è attivo da poco più di otto mesi. Il menù comprende piatti e sapori della tradizione settentrionale con uno scontrino medio elevato ma non fuori portata e un servizio al tavolo che, assieme a una cucina a vista, aggiunge un tocco di attenzione da ristorante. «Il format Valerio è riuscito a intercettare una domanda in evoluzione. Con l’aumento dei flussi anche le richieste e le aspettative dei viaggiatori cambiano. Chi arriva qui, lo fa con un’idea ben precisa in testa: Giulietta e Romeo, il lago di Garda, il fine food e un bicchiere di Amarone o Valpolicella. Così diventa importante il binomio fra eccellenza e tipicità. E i numeri ci premiano: il 23% del fatturato food&beverage è ottenuto da Valerio e De Canto. Con una tendenza di acquisto da parte del passeggero più alta del 13% rispetto al settore fine product», ha specificato Stefano Bertoncelli, responsabile rapporti istituzionali di Aeroporti del Garda. E sullo stesso piano, poco più avanti, si trova un Ristop con vista pista che presto sarà rivalutato.

Le insegne del piano terra

Al piano terra, invece, il viaggiatore è accolto da un’insegna digitale che oltre ai classici voli pubblicizza il mix brand (disposto su un’area di 1.300 mq) in cui compaiono uno store Relay, con i suoi articoli travel essential e i giornali (che insieme contribuiscono al 19,3% di acquisti per tipologia merceologica), un punto vendita Camomilla Italia a cui si affianca quello dell’insegna di intimo e swimwear Ofelia. Dall’altro lato, l’insegna di borse e accessori Massimiliano Incas. Completano l’offerta retail una parafarmacia, un negozio di accessori per la telefonia Sbs, un punto vendita Puff (sigarette elettroniche) e uno store Wood Village (oggettistica e souvenir). Per quanto riguarda il food, il format Culto Caffè risponde alla domanda di bar e caffetteria mentre il Briccocaffè, che fa da contraltare all’Hosteria da Valerio, risulta un po’ nascosto. Eppure, salite le scale, ci si presenta davanti un’ampia seduta e un’offerta più veloce che tuttavia non cede sulla qualità. Merito, soprattutto, della Bricco Lounge che dona stile a un ambiente ancora da valorizzare a pieno.

Tutto ruota attorno al walkthrough

Il walkthroug “laterale”

Superati i controlli di sicurezza, si apre una camminata di qualche decina di metri caratterizzata da un’alternanza di punti vendita food e store retail disposti in un’ottica walkthrough che garantisce la piena visibilità delle insegne. A rubare l’occhio, però, è senza dubbio il nuovo duty free Dufry di 427 mq, frutto di una razionalizzazione degli spazi che ha investito l’intera area airside di 1.100 metri quadri. «Al di là dell’ampliamento del 50% del duty free, abbiamo rivisto il layout di alcuni negozi tra cui quello di Aeronautica Militare e Marina Militare rendendo questo spazio commerciale all’altezza dei principali aeroporti europei. Inoltre, abbiamo inserito la Bottega dei Sapori, altro punto focale per l’offerta fine food, e Pull Love», ha spiegato Andrea Geretto, commercial and marketing director di Save. In sintesi, «abbiamo puntato a riordinare l’offerta preesistente. Quindi, molto made in Italy, souvenir per spingere l’acquisto emozionale, artigianato locale, abbigliamento riconoscibile. Il risultato? Mettendo a confronto i dati 2015 e 2016, c’è stato un aumento del 20% del fatturato duty free», ha rivelato Bertoncelli. La passeggiata all’interno dell’airside ha una direzione guidata che inserisce il passeggero in un percorso in cui è impossibile perdere contatto con i gate e le info di servizio sui voli. Le tappe di sosta sono essenzialmente tre: l’hamburgeria Homeburger con la sua offerta di panini gourmet, il wine bar De Canto che permette di rilassarsi puntando il prossimo acquisto al duty free, un altro Bricco Caffè che coniuga prodotti tipici e di qualità con un ambiente dallo stile informale e tricolore. Per quanto riguarda gli altri punti vendita, le insegne sono il classico del travel retail: i maglioni Pull Love, le borse Fedon, i prodotti Camicissima, i bijoux Barbieri e l’abbigliamento di Aeronautica Militare e Marina Militare. Di particolare interesse, lo store Bottega dei Sapori dove la proposta enogastronomica si arricchisce di un reparto dedicato al fresco con formaggi e latticini.

Vending versione extra-Schengen 

Le macchinette per i viaggiatori non-Ue

A completare l’offerta nell’area airside ci sono gli imbarchi extra-Schengen. Qui, il poco spazio a disposizione ha spinto il landlord a preferire soluzioni che non mettessero a rischio la sostenibilità dell’offerta retail. Così, al posto dei classici punti vendita, ci sono una serie di vending machine rifornite di prodotti ricercati e di qualità che tengono conto della sensibilità dei passeggeri: dai cibi senza glutine ai prodotti a base di soia, passando per quelli kosher l’offerta va al di là del classico salatino. Il tutto accessibile con pagamento in banconote (a patto che siano Euro) o carta di credito. «Un aeroporto è lo specchio del territorio, nonostante la tendenza a rendere oggettive alcune caratteristiche. Rispettare questo aspetto, magari facendo vivere al viaggiatore un’esperienza coinvolgente ed emozionale, è la chiave per aumentare le performance», ha chiosato Bertoncelli.

Arrivi dal sapore italiano

Per quanto riguarda gli arrivi, il terminal 2 offre una superficie retail di 413 mq in cui lo spazio centrale è lasciato a un’ampia seduta dedicata alle persone in attesa. Un’attenzione che si rispecchia anche per quanto riguarda l’offerta commerciale in cui il food&beverage la fa da padrona. Accanto a un fast food Rossosapore che vende pizza e panificati, si sviluppa il format Moka Caffè: sedute in legno all’interno di un’area delimitata da una struttura in ferro che fa anche da appoggia vivande. Il menù prevede un’offerta variegata che va dalla somministrazione all’acquisto di prodotti enogastronomici (gli stessi che sono utilizzati per la realizzazione delle pietanze in vendita). Per chi invece vuole stare più leggero o ha semplicemente voglia di dolce, c’è Yogurtlandia. Infine, l’ultimo store nell’area arrivi porta l’insegna Buybye: non il solito negozio di souvenir, ma un vero e proprio punto di riferimento per chi arriva e ha bisogno dell’acquisto dell’ultimo minuto prima di godersi la propria vacanza.

Profili e numeri

Ma chi viaggia a Verona? «Il 70% dei passeggeri ha un’età compresa fra i 25 e i 54 anni,  con una particolare concentrazione nel segmento 45 e 54 anni. Banalmente la fascia d’età che ha maggiore potere d’acquisto. Un profilo anagrafico che si incrocia con la tipologia dei voli: detto della forte presenza dei vettori low cost, si deve aggiunge una parte leisure che pesa per il 23 per cento», ha specificato Geretta. «Come paesi di provenienza – ha poi aggiunto Bertoncelli –  il 71,3% del totale passeggeri viene da Regno Unito, Germania, Spagna e Russia». Numeri che dovrebbero spingere Verona a diventare il secondo fuoco di un polo infrastrutturale che copra il NordEst della Penisola. Un obiettivo a cui tanto Aeroporti del Garda quanto Save sperano di arrivare una volta raggiunta una massa critica ragguardevole di passeggeri. In questo senso, per esempio, si devono leggere i prossimi interventi all’aeroporto di Brescia che attualmente risulta uno scalo prettamente cargo. «Si tratterà di un intervento modulare che caratterizzerà principalmente l’aerea airside in cui si svilupperà un’offerta duty free e travel essential che possa essere sufficiente per sfruttare le prossime opportunità in termini di aumento di flusso. Siamo sul pezzo con l’idea di partire con 150-200 mq commerciali», ha raccontato Geretto. Nel frattempo, l’obiettivo è quello di condividere e mettere a frutto esperienze diverse per trarne il massimo. Un esempio? La gestione degli spazi pubblicitari che a Verona è portata avanti da Aeroporti del Garda, senza il ricorso a una concessionaria esterna: «Gestiamo 100 impianti indoor e outdoor classici, non digitali, ma nonostante ciò abbiamo sempre trovato una risposta importante da parte degli investitori che hanno capito come lavoriamo, il modo in cui utilizziamo un’immensa mole di dati per trovare la giusta soluzione di comunicazione all’interno dell’aeroporto», ha confessato Bertoncelli. I risultati? Circa 940mila euro di ricavo. Insomma, Verona non è solo uno spot. Nemmeno per il settore travel retail.

N.G.

Riproduzione riservata © retail&food