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Il progetto per la nuova pista è fermo sulla scrivania del ministero, ma Toscana Aeroporti non perde tempo. E, dopo aver rimodulato gli spazi commerciali dell’Aeroporto di Firenze, i brand premium e luxury splendono ancora di più. Per la gioia dei passeggeri: professionisti pronti all’acquisto costoso e glocal.

L’entrata dell’aeroporto dalla pista di decollo/atterraggio

Ogni anno oltre 9 milioni di persone visitano la città di Firenze per ammirarne la bellezza architettonica e artistica. Turisti italiani e stranieri ne affollano le vie, fanno le code ai musei, si fermano di fronte alle vetrine di Ponte Vecchio e alle bancarelle dei prodotti in pelle. Entrano ed escono da ristoranti, taverne, locali. Spendono. Un turbinio caotico che ha la sua origine all’aeroporto “Amerigo Vespucci”. Posizionato a 8 chilometri da Palazzo Vecchio, il Vespucci è la porta d’entrata principale alla città. Soprattutto per chi viene dall’estero. Un flusso che da marzo a ottobre non conosce sosta. Un picco costante da 2,7 milioni di passeggeri all’anno (già 1,3 milioni nei primi sei mesi del 2018). Performance che vanno a sommarsi a quelle di Pisa (5,3 milioni di passeggeri l’anno) e fanno di Toscana Aeroporti uno dei poli aeroportuali più importanti d’Italia. Non a caso, la regione è la quarta più visitata a livello nazionale dopo Lombardia e Lazio che, dal punto di vista aeroportuale, possono contare su due hub internazionali e dietro al Veneto, dove il ticket Venezia-Treviso da solo fa 13 milioni di passeggeri l’anno. Un differenziale che a Firenze misurano in 2.400 metri di lunghezza. Quelli della nuova pista.

Il nodo pista

All’interno del Masterplan 2014-29 da 350 milioni di euro (di cui 150 provenienti da finanziamento pubblico), la nuova pista è uno snodo cruciale per aumentare la capacità del Vespucci da 35mila a 48mila movimenti annui e da 2,7 a 4,5 milioni di passeggeri grazie alla possibilità di ospitare aerei più grandi specializzandosi in una vocazione business oriented e hub feeder caratterizzata da un minore numero di destinazioni dirette, ma con un alto numero di frequenze giornaliere. Nello specifico, si parla di una pista monodirezionale con decolli e atterraggi sulla direttrice da/verso Nord-Ovest che eliminerà il sorvolo della città di Firenze, dei quartieri limitrofi e del confinante Comune di Sesto. Un progetto che, tuttavia, ha diviso i diversi attori in gioco: dal comune di Firenze a quello di Sesto Fiorentino e Prato, passando per il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Regione Toscana, ognuno con le sue priorità. Maggiori certezze arriveranno dalla Conferenza dei Servizi indetta per il 12 ottobre: ultimo tassello autorizzativo per giungere alla realizzazione della nuova pista e nel cui ambito verrà discusso il rilascio della conformità urbanistica.

Collegamenti e servizi landside

Data la distanza ravvicinata con il centro, il Vespucci è a tutti gli effetti un city airport che si sviluppa su una superficie di 17.500 metri quadri. A collegarlo con la città e la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, entro fine anno, ci penserà la Linea 3 della tramvia attualmente in fase di costruzione (ma per cui si parla già di un’estensione oltre il quartiere Parentola, che ospita l’aeroporto, in direzione Castello, zona dove sorgeranno i nuovi uffici di Provincia e Regione nonché il polo scientifico di Sesto Fiorentino). Nel frattempo, il servizio navetta è garantito da Busitalia (compagnia di Ferrovie dello Stato) che impiega poco più di 15 minuti per giungere a destinazione. Per chi raggiunge la stazione in auto, invece, i parcheggi a disposizione sono 771 (a cui si aggiungono i 400 posteggi riservati ai rent-a-car). Spazi che nel 2017 hanno fruttato 6,5 milioni di euro (+7% rispetto al 2017). Una volta arrivati si entra nell’area landside, dove non sussiste una vera e propria differenza fra partenze e arrivi. Dal punto di vista retail, oltre al customer service, a uno sportello informativo della Regione e un cambio valute, sono presenti tre diversi store per una superficie complessiva di 479 metri quadri. Per quanto riguarda l’offerta food ci sono il lounge bar Pezzoforte (caffetteria dall’ambiente raffinato e prodotti healthy) e il bar ristorante Baccanale (diviso in due aree a seconda della modalità di consumo: bancone e sgabelli per uno snack veloce, tavolini e servizio al tavolo per degustare un menù spiccatamente ispirato ai sapori toscani). Entrambi gestiti dall’operatore locale Spagnoli. Per quanto riguarda il settore fashion, il giglio simbolo di Conte of Florence accoglie i passeggeri in arrivo che possono così toccare con mano lo stile casualwear total look Made in Tuscany che si ispira a golf, sci e vela dell’azienda nata nel cuore di Firenze nel 1952. «In generale, abbiamo favorito la tendenza dei passeggeri a sostare dopo i controlli di sicurezza riducendo all’essenziale l’offerta commerciale in landside, dove peraltro l’intento è quello di abbracciare una clientela più ampia: da chi accompagna a chi aspetta il viaggiatore in partenza o arrivo. Per questo a settembre è stato aperto anche un punto vendita Relay per potenziare il settore convenience», spiega Linda Stivala, direttore commerciale di Toscana Aeroporti. Per accedere ai banchi del check-in e superare i controlli di sicurezza si deve salire al primo piano dove, all’interno di un’ampia sala, sono disposte 40 postazioni per l’imbarco dei bagagli e un ufficio Global Blue dedicato al tax refund. Uno spazio che dice molto sul profilo del passeggero tipo: «Chi arriva a Firenze ha una discreta capacità di spesa, come dimostra anche la disponibilità a far fronte a un costo medio abbastanza alto per quanto riguarda la tariffa del biglietto aereo. In maggioranza si tratta di passeggeri internazionali con un’età compresa fra 35 e 55 anni: professionisti, imprenditori, manager», racconta Stivala. Persone, insomma, che non indugiano di fronte alla possibilità di caricare un bagaglio in stiva.

Rinnovare significa moltiplicare

Superati i controlli di sicurezza, da cui si può già godere di uno scorcio dell’offerta che aspetta il passeggero grazie a una parete vetrata, si accede al duty free firmato Dufry (circa 680 mq). Diviso per settore merceologico, propone un ampio ventaglio di referenze che si richiamano tanto alla territorialità quanto alle marche internazionali più conosciute. In quest’ottica, spicca la stecca di corner che si allunga subito dopo il duty free classico per lasciare spazio a marchi come Ferragamo, Furla, MaxMara, Etro, Montblanc, Swarovsky. Spazi minimal accomunati da un layout uniforme che non impedisce la riconoscibilità del singolo brand. A seguire, due operatori locali molto apprezzati dai passeggeri internazionali per la ricercatezza delle proprie realizzazioni. Il primo è Monnalisa, originario di Arezzo, che propone una collezione moda per bambini dagli 0 ai 14 anni. Il secondo è Leopolda che, all’interno di un layout sui toni del verde, avorio e legno realizza abbigliamento uomo e donna caratterizzati dall’utilizzo di filati pregiati come seta e cashmere. Quest’ultimo brand, presente anche all’aeroporto di Pisa, rappresenta un ottimo esempio delle sinergie fra i due scali: «Alcuni subconcessionari sono presenti in entrambi gli aeroporti dal momento che, stante la differenza nella tipologia dei passeggeri, colgono la possibilità di modulare diversamente la propria offerta all’interno dello stesso canale di vendita», sottolinea Stivala. Il tragitto all’interno dell’area commerciale airside (che nel complesso arriva 1.502 mq) continua con la libreria Giunti al Punto (con servizio tabaccheria) prima di aprirsi su un lungo corridoio arredato con una serie di divanetti dotati di presa elettrica incorporata. Uno spazio in cui i passeggeri possono rilassarsi, concedendosi magari un’entrata alla vip lounge (ampia e molto frequentata), senza la fretta di raggiungere i gate (posizionati tutti a una distanza di 5 minuti, come ricordano più volte i cartelli informativi). Alla fine di questa passeggiata, attraversando una stretta passerella che collega la parte nuova a quella vecchia del terminal, si arriva all’area denominata mini mall. Qui trovano spazio le borse e gli accessori in pelle di +39 a cui fanno da contraltare gli zaini di Tumi. Più avanti, uno store dell’insegna Marina Militare precede la gondola estremamente fornita di Camicissima, da un lato, e gli occhiali di Sun Catcher, dall’altro. In tutti questi casi, è evidente il lavoro di riorganizzazione degli spazi airside che ha permesso di liberare circa il 50% in più di spazi commerciali e realizzare un nuovo bilanciamento fra offerta food e non-food: «Prima degli interventi – precisa Stivala – c’era una ristrettezza che incideva sulla presenza delle attività retail. Grazie a una revisione dei flussi abbiamo potuto realizzare sia il walkthrough che un’area a vocazione gastronomica. Più in particolare, per quanto riguarda l’offerta food, prima dei lavori avevamo solo due attività: una in landside, una in airside. Ora abbiamo raddoppiato i punti vendita nell’area arrivi-partenze e, dal 15 agosto, portato a tre store l’offerta in airside». Fra questi, oltre a un locale My Chef caratterizzato da numerose sedute e una vista sui colli fiorentini, c’è Buoni e Belli: wine bar gourmet con un menù che esalta le tipicità toscane dalla colazione alla cena con focacce, taglieri, bruschette, panini, primi caldi e i classici al tartufo. Senza dimenticare il servizio di mescita di varie tipologie di vino legate al territorio. A fianco, un market Dufry dedicato ai prodotti del territorio (anche freschi) che completa, con referenze di qualità superiore, l’offerta base presente al duty free.

Dove vai senza pubblicità?

A colpire, durante il tragitto attraverso l’aeroporto di Firenze, è la diffusione delle installazioni pubblicitarie. Le pareti, soprattutto quelle al fondo dei diversi corridoi, ospitano le réclame di marchi premium e luxury che non mancano di sottolineare la propria matrice glocal. L’area check-in, per esempio, è preceduta da un videowall con la campagna Ferragamo, mentre l’area gate presenta una dominance Patrizia Pepe. In generale, la frequenza delle pubblicità aumenta via via che ci si avvicina all’uscita dall’area sterile, con le inserzioni dei gioiellieri cittadini che sormontano anche i nastri al ritiro bagagli. Una dinamica, quella pubblicitaria, gestita direttamente da Toscana Aeroporti (per un valore pari a 2,29 milioni di euro a fine 2017) e molto richiesta dai brand che, in questo modo, puntano a “catturare” il potenziale cliente già dal suo arrivo al Vespucci (dove sosta in media 90 minuti in area airside). Soprattutto se proveniente dall’estero, come dimostrano i dati sul traffico di linea internazionale: in crescita del 6,6% (e pari all’85,5% del traffico totale) a fronte di un traffico domestico stabile (+0,2% fra il 2016 e 2017). Più in particolare, su 18 compagnie aeree attive, le prime cinque destinazioni preferite per il Vespucci risultano essere: Parigi Charles de Gaulle, Francoforte, Amsterdam, Roma Fiumicino e Monaco (con le destinazioni tedesche che fanno registrare il record per volume di passeggeri: circa 560mila).

N.G.

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