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Il Vicepremier Salvini torna sulle chiusure domenicali. Discorso a braccio, look informale, una toccata e fuga utile a fare passarella presso la platea di Confcommercio, compiacente. Nessuna proposta per favorire la categoria, alcuni esempi riferiti ad altri comparti, come le detrazioni sui capannoni (?!).

Insomma tante parole e poca, pochissima concretezza. Sappiamo che il segratario della Lega, è quasi lui stesso ad ammetterlo, non è forte in economia.

Interessante il passaggio (11.08′) dedicato alle chiusure domenicali. Anche questo a braccio, confuso, ma tra le righe emerge chiaro il concetto: le chiusure domenicali si faranno, in un modo o nell’altro. Perché il bene più prezioso è il tempo, delle persone e delle famiglie. Agli elettori la sentenza, a chi fa retail la conseguenza.

Ecco il testo dell’intervento del Vicepremier: “C’è il dossier aperture-chiusure domenicali, e qua troveremo l’equilibrio, ne sono sicuro, tra il diritto al lavoro, il diritto al consumo e il diritto alla vita.

Perché ormai nel 2019 anno del Signore, il bene più prezioso che ci è rimasto, dal mio punto di vista è il tempo, è il tempo. Perché non vorrei uomini e donne fossero a tempo determinato come gli yogurt e consumassero un’esistenza a scadenza, arrivando alla fine senza accorgersi di essere vissuti.

E quindi riprendersi una parte del proprio tempo è fondamentale. Poi magari si può comprare qualcosa la sera prima o il giorno dopo, però reinvestendo sulla famiglia. E’ questo il tema su cui stiamo lavorando.”

Difficile continuare a sperare che Salvini e la Lega possano contrapporsi ai Cinquestelle nella battaglia per le chiusure domenicali. Se il Governo resisterà all’esito delle elezioni europee è molto probabile che gli italiani debbano vivere la domenica talebana del governo gialloverde: casa, chiesa e famiglia. E che più di 50.000 persone si trovino senza lavoro. Tanto tempo libero, come vuole Salvini.