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Ha preso ufficialmente il via l’edizione 2019 di Mapic Italy e Mapic Food, la due giorni di incontri e dibattiti fra operatori del settore retail e food retail. Negli spazi di Mi.Co. – Milano Congressi. Ecco i temi della seconda mattinata.

Due in particolare i panel che hanno caratterizzato la mattinata del secondo giorno di Mapic Italy e Mapic Food: la sessione ufficiale del Cncc e la conferenza sul food&beverage come driver retail.

Da Milano a Cannes, passando per i numeri

In apertura alla conferenza ufficiale del Cncc, a prendere la parola è stata Nathaly Depetro, Mapic markets director, che ha annunciato le prossime date dell’evento di Cannes (13-15 novembre) e lanciato un evento totalmente dedicato al leisure. A seguire, gli ospiti presenti sul palco hanno cercato di tracciare gli sviluppi prossimi del retail RE. «Sono tre i temi principali – ha sintetizzato Joachim Sandberg, head of Italy & Southern Europe region di Cushman & Wakefield -: il contesto macroeconomico, il volume degli investimenti in Europa e come questi trend stanno influenzando il futuro del retail. Il tutto all’interno di una rivoluzione che tocca l’intero commercio e non solo». Quello che rimane centrale è comunque il consumatore che rappresenta la fonte di reddito per tutti i player del mercato. «Per questo – ha continuato Sandberg – bisogna creare destination center caratterizzati da una gestione proattiva e specializzata del punto vendita. Insomma, è necessario che la società operativa garantisca la reddittività dell’oggetto». Ad aggiungere carne al fuoco ci ha pensato Pierre Marin, ceo Italy di Jll: «Nel 2018 abbiamo visto una riduzione della pipeline, mentre per il 2019 dovremmo tornare ai livelli del 2017 in termini di investimenti. In ogni caso permane un flusso maggioritario di capitali provenienti dall’estero, circa il 65%». Ma dove vanno finire questi investimenti? «Oggi le sfide sono soprattutto per l’out of town, un settore che si sta trasformando. Poi ci sono da affrontare altre questioni come l’eCommerce, l’aspetto demografico e la crescente domanda per asset prime», ha concluso Marin. Più nello specifico, però, sono i centri commerciali che devono rivedere l’essenza stessa della propria funzione. Significative, in questo senso, le parole di Roberto Limetti, managing director Italy di Pradera: «La nostra visione è quella di centri commerciali più urbani e integrati possibile con le esigenze dei consumatori: da qui al 2030, probabilmente, l’acquisto del bene fisico sarà quasi secondario. Per quanto riguarda la sfida digitale, invece, posso dire che dopo 18 mesi di trattative, Inditex riconoscerà il 50% delle vendite eCommerce effettuate nel punto vendita all’interno del centro commerciale alla proprietà del centro commerciale stesso».

La leva del foodservice

A rilanciare la centralità e funzionalità dei centri commerciali potrebbe essere il food retail. A dirlo sono stati i protagonisti del panel dedicato allo sviluppo dei format F&B all’interno di quelle che sono definite come shopping destination. «Ma possono ancora essere definite “destinazioni”? Non dovremmo piuttosto parlare di “luoghi”, “spazi”, “momenti”?», ha chiesto in modo provocatorio Jonathan Doughty, global head of foodservice, leisure & placemaking di Ece Projektmanagement. Con lui, sul palco, Francois Blouin, fondatore e ceo di Food Service Vision: «Circa l’82% degli europei visitano una catena retail e in media ne frequentano 12 diverse. In che modo possiamo rendere positivo l’indice net promoter score (ossia il rapporto fra favorevoli e contrari a un certo brand, ndr)? Secondo me ci sono tre modi: adattare la propria proposta food ai gusti locali, magari promuovendo i local hero; definire il servizio o l’esperienza che si vuole fornire o promuovere; selezionare il giusto concept». In questo senso, la case history di riferimento è CityLife: «Il progetto ha rappresentato una grande opportunità per creare qualcosa che funzionasse come social point aperto tutta la giornata. Insomma, un luogo dove le persone potessero tornare in momenti diversi. E per realizzare questa idea abbiamo posto il food al centro della struttura, facendo della complementarietà dei brand e dei format la nostra carta vincente», ha spiegato Edoardo Vanetti De Parma, design manager di Sonae Sierra.

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