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Il Cda di Portobello ha esercitato parzialmente la delega ricevuta da soci e ha disposto un aumento di capitale fino a 7,9 milioni di euro.

“Parzialmente” si riferisce al fatto che, a novembre, era stata convocata un’assemblea con l’ipotesi di un aumento di capitale ed emissione di obbligazioni convertibili fino a un massimo di 20 milioni.

L’operazione – spiega la nota della società – serve a rafforzare la struttura patrimoniale e finanziaria di Portobello, al fine di supportare il capitale circolante del gruppo e le relative strategie di sviluppo dello stesso.

Al di là dei tecnicismi, che cosa ha reso necessaria l’iniezione di capitale? A fine agosto la società ha siglato un accordo stragiudiziale con l’Agenzia delle Entrate per mettere fine a contestazioni (mai ammesse dall’azienda), formulate dal Fisco in materia di IVA ed imposte dirette in relazione ai periodi di imposta dal 2017 al 2020. L’accordo prevede il versamento di 10,5 milioni, di cui 5,5 già versati, il resto entro marzo.

A settembre Portobello aveva pubblicato una semestrale che mostrava una crescita continua dei ricavi (+32,6%) vicino ai 65 milioni di euro, ma un risultato in forte perdita, con un rosso di 11,86 milioni.

L’azionista Expandi S.r.l. (società pariteticamente partecipata dal presidente Pietro Peligra e dall’amministratore delegato Simone Prete) si impegna a garantire il buon esito dell’aumento di capitale (anche attraverso la sottoscrizione dell’eventuale inoptato) fino a un importo massimo di 5 milioni.

I dettagli finanziari e il calendario dell’operazione saranno definiti in una successiva assemblea. Ma l’iter dovrebbe essere portato a termine orientativamente entro gennaio 2024.

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