Con una quota del 66%, in discesa di tre punti, le catene con distribuzione nazionale dominano nel canale dei centri commerciali. Tra le principali spiccano Bata, Geox e Scarpe&Scarpe. L’outlet si conferma un forte attrattore per i marchi nazionali e regionali presenti nelle location urbane. Negli aeroporti domina il fashion di medio-alto livello.
Il settore delle calzature non è solo uno dei simboli del made in Italy nel mondo, ma è anche un polmone vitale del nostro export. Basti qualche dato: il nostro comparto conta 5.356 imprese, 79.254 addetti, 7,112 miliardi di euro di fatturato e 3,811 miliardi di euro di saldo commerciale (dati 2012). Lo Stivale detiene una quota dell’11,1% del mercato mondiale delle calzature, al di sotto del 39,9% detenuto dalla Repubblica Popolare Cinese ma sopra al 4,7% della Francia.
Un successo che nasce dal connubio di due elementi: alla creatività e all’estro dei designer che operano in questo comparto, spesso affiancati da artigiani non meno abili, si accompagna un tessuto manifatturiero d’eccellenza, composto di piccoli e grandi laboratori, di grandi fabbriche e moderne piattaforme logistiche.
Tuttavia, rispetto all’anno precedente, nel 2012 la produzione è calata dell’1,4% in valore e del 4,1% in volume, scendendo sotto la quota psicologica dei 200 milioni di paia. Anche gli occupati sono calati (-2,1%) così come le imprese (250 calzaturifici in meno). Per trovare dati in segno positivo è necessario “tornare” alla voce esportazioni, salite del 2,8%, con un saldo commerciale del +12,6 per cento.
(L’articolo completo è pubblicato sul numero di giugno 2013 di r&f)
M.A.
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