Skip to main content

Un giro d’affari pari a 11,5 miliardi di euro, una crescita del 5,4% e una quota di mercato dell’11,3% (Fonte Nielsen Largo Consumo): sono questi i numeri salienti messi a segno nel 2013 da Conad, il consorzio capitanato da Francesco Pugliese. Un dato tanto più eclatante perché arriva al termine di un (ennesimo) annus horribilis per la gdo e i consumi: iper e super registrano infatti una contrazione dell’1,4% a rete totale (nuove aperture incluse) mentre la spesa alimentare delle famiglie italiane è ancora in calo (-1,8%). «La grande distribuzione è in sofferenza – ha spiegato il direttore generale –. Quest’anno il comparto chiude in flessione sia in termini di fatturato che di volumi», laddove il giro d’affari di Conad aumenta di 500 milioni di euro rispetto al 2012, toccando gli 11,5 miliardi, contestualmente alla crescita della quota di mercato, che ha raggiunto l’11,3% (Fonte Guida Nielsen Largo Consumo). Di più: si consolida la posizione di primo piano nell’area supermercati, che lievita dello 0,6%, fino al 18,2% (Fonte Nielsen). Contestualmente si è rafforzata la posizione tra i negozi di prossimità: è al 14,4%, + 0,3% rispetto al 2012 (Fonte Guida Nielsen Largo Consumo).

Immagine 25Un duplice exploit riconducibile in buona parte al contribuito della marca commerciale, che è cresciuta dell’1,26%, con una quota sul largo consumo confezionato del 26,3% contro il 19,2% del Mercato Italia (Fonte Symphony Iri). «Viviamo un’epoca di grandi trasformazioni – ha aggiunto Pugliese –. Chi affronta la crisi tirando i remi in barca e pensando che “ha da passà a nuttata” fa male i suoi calcoli. Il mondo non sarà più quello di prima. Un tempo il marketing aveva un compito preciso: creare bisogni nei consumatori. La comunicazione era verticale: io venditore dico a te consumatore ciò che ti serve. La crisi e la Rete hanno stravolto il quadro. Le risorse sono sempre più scarse e la comunicazione è orizzontale: milioni di italiani leggono i volantini online, si informano, confrontano prodotti, prezzi e cercano suggerimenti navigando. Sic rebus stantibus, il compito di chi offre delle merci è quello di ascoltare e recepire le esigenze dei consumatori, dando loro ciò che chiedono». Leggere i bisogni e non indurli quindi, in un contesto in cui, come le statistiche dimostrano, i 40enni di oggi, per la prima volta in decenni, sono più poveri dei loro padri: «Basti un dato: l’unico target familiare che aumenta la spesa è quello dei nuclei con membri over 55. Ebbene, abbiamo osservato che questa tipologia di consumatori rappresenta il 15% della spesa per pannolini e il 25% di quella per salviette per neonati. Un paradosso? No: si tratta di genitori che sovvenzionano i figli con prole. Così, sempre più spesso, vediamo nei nostri negozi madri di mezza età con figlie adulte: fanno la spesa per queste ultime ma la carta di credito usata è quella dell’anziana. E ancora: le vendite nei nostri super e iper aumenta in concomitanza con l’erogazione delle pensioni».

Immagine 24Nonostante le difficoltà, Conad, forte dei suoi risultati positivi, non rinuncia al piano strategico degli investimenti per il periodo 2012-2014. Annunciato nel 2011, esso prevedeva un impegno finanziario pari a 770 milioni di euro per realizzare 260 nuove aperture e 5.800 assunzioni. Sarà però ridimensionato, anche tenuto conto degli effetti negativi determinati dall’introduzione dell’articolo 62, «che ha distolto dalle casse del gruppo oltre 450 milioni di euro», ha stigmatizzato Pugliese. Che ha concluso: «Occorre rivedere con urgenza questa disposizione, puntando soprattutto sulla puntualità dei pagamenti: oggi solo un’azienda su sei rispetta i termini nella grande distribuzione e nella distribuzione organizzata. Nondimeno, affrontiamo il prossimo triennio con un obiettivo preciso: diventare leader assoluti del mercato».